Sr. Patrizia Girolami, Capitolo alla Comunità nella festa del Transito di san Benedetto

Sr. Patrizia Girolami, Capitolo alla Comunità nella festa del Transito di san Benedetto

La festa del transito di S. Benedetto ci rimette davanti agli occhi la scena potente del grande Patriarca che, al termine della sua vita, contempla tutto il mondo raccolto in un solo raggio di sole e insieme quella, altrettanto suggestiva, dei suoi discepoli che vedono stagliarsi nel cielo la via luminosa su cui sale al cielo, e ci riconsegna lo sguardo e il cammino profetico di Benedetto che arriva fino a noi oggi.

Nel discorso tenuto a Subiaco il 1° aprile 2005, J. Ratzinger, non ancora papa, diceva:

Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui, ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto la porta all’incredulità. Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini. Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce, a ritornare e a fondare a Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo. Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli.

Nel momento della storia che stiamo vivendo oggi, e in queste settimane, credo che, a maggior ragione, possiamo dire: Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto, uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, come in quell’ultimo istante della sua vita, imparando da lì la vera umanità; uomini il cui intelletto sia rischiarato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che possano parlare anche all’intelletto degli altri e aprire anche il cuore di altri.

E, allora, oggi, in quest’ora della nostra storia, Benedetto, che fissa il cielo, ci sta davanti soprattutto come uomo e profeta di pace, come costruttore di quella umanità riconciliata che nasce dalla fede e dal Vangelo vissuto. Pensiamo alla parola PAX, grande sintesi di tutta la spiritualità benedettina, che campeggia spesso sulle porte di tanti monasteri benedettini, e che campeggia anche nella Regola. … (segue)

 

 

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