Omelia di Mons. P. Burlacchini – 1 Febbraio 2025

Omelia di Mons. P. Burlacchini – 1 Febbraio 2025

di Mons. Piero Burlacchini
per la Dedicazione della Chiesa del Monastero di Valserena – 1 Febbraio 2025

 

 

“Come è bello, Signore, abitare la tua casa”: così avete cantato nel ritornello del Salmo responsoriale.

“Ricordiamo, o Dio, la tua misericordia nel tuo tempio” (Salmo 47) É il titolo di un opuscolo realizzato nel 1993 in occasione dei 25 anni di Valserena. Sono trascorsi 57 anni e siamo qui riuniti per rendere grazie a Dio nella gioia, e per invocare la Sua paterna protezione insieme a Maria, Madre della Chiesa e di Valserena.

Nel 1966 iniziò la ricerca del luogo per la costruzione del nuovo Monastero, luogo che qui fu trovato ed è qui che il 6 febbraio 1967 fu piantata una croce fatta con due rami di albero e fu piantata dove ora è l’attuale chiesa.

Iniziarono subito i lavori, seguiti da Madre Virginia e Madre Maria Carla che, a gruppi di 4 monache, venivano da Vitorchiano per seguire la costruzione del Monastero.

Inizia così la pre-fondazione che aveva la sua sede nell’attuale casa del contadino.

Di quel periodo riporto queste testimonianze. La prima di Madre Ignazia che afferma: “Durante la pre­fondazione, Don Mario Carini veniva tutte le sere a celebrare la Messa nella “rustica cappella della “casetta”.

 

La seconda è di Madre Virginia che dice: “La vita e la liturgia alla “casetta”, nella loro rudimentale semplicità, avevano un fascino particolare”.

 

In quel periodo, da seminarista, ho servito Messa al mio Parroco Don Antonio Dei nella casetta. Ho ben stampato nella memoria quella esperienza vissuta in quel luogo dove voi Monache vi ritirate per fare deserto e soprattutto prima delle vostre professioni.

 

Dalla casetta l’esperienza passa all’attuale capitolo che divenne la seconda chiesa.

E di questo periodo ecco la testimonianza di Madre Cristiana che venendo a Valserena nel Dicembre 1967 afferma: “giunta una domenica sera, trovai il piccolo gruppo iniziale nella piccola cappella, sistemata nell’attuale capitolo, in preghiera. Il silenzio era sovrano. Ho sentito in quell’istante che Valserena era ormai nata e traeva la sua consistenza e identità da quell’Eucarestia che dall’altare dominava e illuminava tutto”.

 

La seconda fase in forma ufficiale ricorre il 2 Febbraio 1968 con la solenne benedizione e inaugurazione del Monastero con 24 Monache.

La chiesa attuale ancora non esisteva: si celebrava appunto nel capitolo dove celebrai da prete novello (ero infatti diventato sacerdote il 23 giugno 1968) il 2 luglio 1968 con la liturgia della Visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta.

Successivamente il 29 novembre 1968 awenne la posa della prima pietra della Chiesa.

Il 19 marzo 1970 fu celebrata la prima Messa nella nuova chiesa, mentre la consacrazione solenne avvenne il 1 febbraio 1979 quando la comunità compiva 11 anni di vita.

 

Da quel momento Valserena si preparava a compiere un ulteriore passo che venne compiuto nel 1983 adottando come figlia, la pre-fondazione in Angola e poi negli anni seguenti la Siria. La Comunità di Valserena si apre al mondo, alla Chiesa universale.

Un anniversario che è inserito nell’Anno Giubilare che ha come motto: Pellegrini di speranza.

Il logo del Giubileo rappresenta 4 figure stilizzate in cammino. Ci vedo la vostra esperienza di Chiesa: Vitorchiano – Valserena ­ Angola – Siria. Le onde sottostanti sono mosse per indicare il pellegrinaggio della vita che non sempre si muove in acque tranquille. Per questo la croce che emerge in alto, si prolunga e si trasforma in una ancora, metafora della speranza.

Guardando la Chiesa attuale di Valserena vediamo che ha la forma di una nave, con una vela che si staglia verso l’alto ed è sormontata dalla Croce. Una tenda che si erge snella e pare che voglia mettere in comunicazione la terra con il cielo.

Dove trarre la forza per essere vera Chiesa? La trovate qui, in questa chiesa dove ogni giorno celebrate l’Eucarestia; qui pregate sette volte al giorno.

Voi, Chiesa monastica, sostenete le nostre comunità ecclesiali in questo momento particolare.

Fra i vostri voti, avete quello della “stabilità” che non significa “staticità”, ma vuol dire desiderio di santità e di immedesimazione in Cristo sposo e salvatore.

Siate per tutti noi, che qui veniamo a pregare, stimolo per essere pellegrini di speranza nelle nostre comunità locali.

 

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