Omelia di Fr. Benedetto Doni – Immacolata

Omelia di Fr. Benedetto Doni – Immacolata

Care sorelle, cari fratelli, oggi pregustiamo la gioia del Natale, la gioia dell’amore di Dio che entra nel mondo, della luce che si apre una strada nelle oscurità del cuore umano e della storia umana.

In vista della venuta nel mondo della luce vera che illumina ogni uomo, Dio infatti ha preparato una strada al suo Verbo nel seno di Maria, umile fanciulla di Nazareth, rendendola libera da ogni ombra, macchia e contagio di peccato.

Quello che per noi è frutto solo di un lungo cammino e di una lunga lotta, fatta di ombre e di luci, di cadute e rinascite, Dio l’ha donato in anticipo a Maria perché fosse pronta ad accogliere nel suo grembo il Salvatore del mondo.

Rendendola così, non meno libera, ma più libera di dire il suo Sì, il suo fiat, il suo eccomi, a Dio. Perché è il peccato che ci rende meno liberi, più schiavi, più incapaci di questo sì a Dio, che ci salva, che fa entrare la salvezza nel mondo. La grazia invece ci rende pienamente liberi e capaci di dire sì a Dio e di accoglierlo.

Che cos’è allora questa condizione di grazia in cui è stata posta Maria fin dal suo concepimento, che l’ha liberata e preservata dalla condizione di peccato in cui tutti noi nasciamo e viviamo?

Dopo il guasto originario causato dalla disobbedienza, cioè dal non ascolto docile e fiducioso di Dio e della sua Parola di vita, che ha ferito la nostra libertà ripiegandola su di sé e imprigionandola nell’io, il cuore dell’uomo si è riempito di paura e di rifiuto, di paura di Dio e degli altri, di rifiuto di noi stessi, della nostra nudità, del nostro limite, della nostra povertà. Questa paura e questo rifiuto ci chiudono a Dio e agli altri, ci chiudono alla grazia, ci chiudono all’amore di Dio e dei fratelli. Ci fanno sempre fuggire da Dio e dagli altri, dalla realtà, ci fanno nascondere, sfociando sempre nel giudizio sugli altri, nello scaricabarile della colpa che è sempre, sempre, sempre dell’altro, della donna, del serpente, etc., generando incessantemente lamento critica e mormorazione, sintomi tipici di questa nostra condizione di peccato da cui non sappiamo e non possiamo liberarci da noi stessi.

Sono la nostra dis-grazia, la nostra condizione dovuta al peccato originario: tutti partiamo, nasciamo, anzi siamo già concepiti in questa condizione di chiusura, e ci vuole tutta una vita, tutti i sacramenti e tanta preghiera, pazienza, lotta, sofferenza, perché nel nostro cuore si apra almeno un piccolo spiraglio alla grazia, affinché ci arrendiamo ad essa, ci consegniamo ad essa, dicendo finalmente con Maria il nostro sì, il nostro fiat, il nostro eccomi: a Dio, al suo amore, alla sua volontà.

Maria invece fin dall’inizio, fin dal concepimento, è stata posta in questa condizione di apertura totale alla grazia, senza nessuna ombra, nessuna chiusura, nessun ripiegamento, nessuna paura, nessun rifiuto, nessuna fuga e nascondimento a Dio, nessun lamento e mormorazione contro gli altri. Si è lasciata trovare e riempire dalla grazia, dalla visita di Dio, dall’annuncio dell’angelo. Certo anche lei ha fatto il suo percorso, dal turbamento provocato dal saluto dell’angelo, alla domanda come fosse possibile e come potesse realizzarsi quanto annunciato, senza mediazione umana, accettando e credendo infine che “nulla è impossibile a Dio”, fidandosi totalmente di Lui e affidandosi pienamente alla sua volontà e alla sua parola.

E allora lasciamoci anche noi turbare dal Signore che oggi ci annuncia la grande opera che vuol portare a compimento in noi, renderci immacolati come Maria … com’è possibile, gli diciamo con lei, la nostra libertà è ferita, curva, ripiegata, macchiata, non siamo capaci di accoglierti Signore, siamo prigionieri delle nostre paure, dei nostri rifiuti, delle nostre fughe, delle nostre colpe. Ma egli ci risponde: quello che ho compiuto in Maria lo compirò, anzi lo sto già compiendo, grazie a lei e a suo Figlio, anche in voi, lasciatevi trovare dal mio amore e dalla mia parola, venite fuori, alla luce, così come siete, smettete di nascondervi dietro ai vostri giudizi e lamenti, cessate di rifiutare voi stessi e gli altri, la vita e la realtà così com’è, accettatela, amatala, accoglietela, e ponete tutti voi stessi e tutta la realtà sotto la cascata della mia benedizione nello Spirito in Cristo, del mio disegno efficace di amore, dello splendore della mia grazia e della mia volontà di salvezza. Credetelo: come in Maria la mia grazia vincerà in voi e nel mondo, se solo avrete il coraggio e l’umiltà di uscire allo scoperto e di presentarvi e donarvi a me così come siete, per lasciarvi rivestire e rendere immacolati, cioè trasparenti e aperti alla grazia, dalla mia misericordia. Amen.

Fr. Benedetto Doni

 

Vuoi ricevere tutte le mattine via email un brano della Regola di San Benedetto da meditare? Iscriviti alla nostra newsletter!

Usa un indirizzo email che usi regolarmente: dovrai confermare la tua richiesta nell'email che riceverai. Se non ricevi il messaggio controlla nella cartella SPAM della tua casella. Senza la tua conferma non potremo iscriverti.

Tutela della Privacy

Views: 5