Omelia di Fr. Benedetto Doni – Battesimo del Signore

Omelia di Fr. Benedetto Doni – Battesimo del Signore

Care sorelle, cari fratelli

C’è una parola che torna in tutte e tre le letture di questa festa del Battesimo del Signore: la giustizia. Gesù facendosi battezzare da Giovanni vuole adempiere ogni giustizia. Nella 2° lettura Pietro dice che Dio accoglie chi pratica la giustizia. E in Isaia il Signore chiama il suo servo per la giustizia, perché porti, proclami e stabilisca il diritto e la giustizia. Ma che cos’è questa giustizia da realizzare e da adempiere?

La giustizia nella Bibbia è far corrispondere la realtà al progetto di Dio, al suo volere. Chi cerca di realizzare il progetto di Dio è ben accetto a Lui, è giusto, questo deve fare il suo servo e chiunque lo tema, questo è venuto a compiere in pienezza Gesù.

Se Gesù adempie in pienezza “ogni giustizia”, e quindi corrisponde pienamente al progetto di Dio, allora noi possiamo conoscere e capire il progetto di Dio, per quanto possibile, proprio attraverso Gesù, attraverso quello che fa.

E cosa fa Gesù oggi? Si fa battezzare al Giordano da Giovanni. Farsi battezzare da qualcuno, significa farsi purificare dai propri peccati, quindi riconoscere davanti a lui le proprie miserie e mancanze e lasciarsi purificare e rinnovare da questo battesimo di conversione.

Giovanni resiste a Gesù, non vuole dargli il battesimo che lui gli chiede, perché se ne sente piuttosto lui bisognoso nei confronti di Gesù, perché sa bene chi è colui che glielo chiede: è il Messia, colui che è avanti a lui perché era prima di lui, colui al quale lui non è degno neppure di sciogliere il legaccio dei sandali, colui che battezzerà in Spirito Santo.

Ma Gesù va avanti, appunto per adempiere ogni giustizia, per realizzare il piano di Dio. Quale? Dio vuole che il suo Figlio unigenito inizi la sua missione immergendosi nell’acqua delle miserie umane, del peccato umano, del fango umano. Vuole che spogli se stesso, svuoti se stesso, per assumere tutto di noi, per assumere la nostra carne, non quella bella di Adamo ed Eva prima della colpa, ma quella ferita e guastata, deturpata, dal male e dal peccato. Lui che è senza peccato, si è abbassato, si è immerso, nel nostro peccato, si è identificato col nostro peccato, lo ha preso su di sé. L’immersione nel Giordano insieme con tutti i peccatori di cui si fa solidale, è simbolo e annuncio della croce, sulla quale diventerà maledetto, diventerà lui stesso peccato.

E questo perché? A che scopo? Perché i cieli si aprano, e su di Lui scenda l’unzione dello Spirito come colomba, e la voce del Padre lo riconosca come suo Figlio, l’amato, e trovi in Lui tutta la sua gioia, tutto il suo compiacimento. Svuotato e spogliato di sé, Gesù uscendo e risalendo dall’acqua, viene riempito di Spirito Santo e di amore paterno per la missione che adesso potrà cominciare a compiere; viene plasmato come servo mite e umile di cuore, misericordioso, che non griderà, non spezzerà, non spegnerà, non si scoraggerà, ma sarà luce e alleanza del popolo, aprirà gli occhi dei cuori, libererà da ogni carcere, illuminerà ogni tenebra.

Questo Gesù umiliato, abbassato, immerso e solidale con le miserie umane, povero e spoglio di sé, è consacrato da Dio in Spirito Santo e potenza per beneficare e sanare tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, così come quel Gesù crocifisso e umiliato fino alla morte sulla croce sarà risuscitato e costituito Capo e Salvatore di tutti.

Ecco il piano di Dio per Gesù e per noi tutti: morire a noi stessi per risorgere con Lui, spogliarsi di sé per essere rivestiti di Lui, scendere nell’acqua per risalire nei cieli aperti, immergersi nella miseria umana, accettandola e amandola con misericordia, per uscire e aprirsi alla salvezza, svuotarsi di sé per essere riempiti di Dio, di Spirito Santo, di figliolanza divina, di amore paterno, di gioia e di compiacimento divino.

Grazie a questo passaggio pasquale, a questo morire a se stessi per risorgere in Lui, a questa immersione e accettazione del limite umano, nostro e altrui, potremo anche noi scoprire e vivere la nostra identità più vera e più profonda di figli amati, riempiti del suo Spirito e resi testimoni e strumenti del suo amore. Ogni nostra missione, ogni nostra fecondità, si fonda su questo passaggio pasquale, può scaturire solo da questa morte e risurrezione, da questa discesa e risalita, da questa immersione e attraversamento delle miserie nostre e altrui, per rinascere alla misericordia che dà vita e salvezza. Ma noi sappiamo accettare i battesimi di umiliazione, di purificazione, di spogliamento, che la vita ci mette davanti, per rinascere nuovi come ci vuole il Signore? Che Dio ci aiuti a vivere con fede, i tanti e diversi battesimi della nostra vita. Amen

Fr. Benedetto Doni

 

Vuoi ricevere tutte le mattine via email un brano della Regola di San Benedetto da meditare? Iscriviti alla nostra newsletter!

Usa un indirizzo email che usi regolarmente: dovrai confermare la tua richiesta nell'email che riceverai. Se non ricevi il messaggio controlla nella cartella SPAM della tua casella. Senza la tua conferma non potremo iscriverti.

Tutela della Privacy

Views: 107