Care sorelle, cari fratelli
Grande è la Sapienza del Signore! Non quella del mondo, che viene ridotta a nulla dal suo giudizio di verità, ma quella misteriosa, nascosta e profonda, che Dio ha preparato e rivelato per mezzo dello Spirito a coloro che lo amano e si affidano a lui.
Questa Sapienza di Dio è una strada di verità da seguire, una luce che indica il cammino, una lampada per i nostri passi, una parola e un comando di vita, per la nostra vita, per il nostro bene, per la nostra salvezza.
Gesù infatti, non è venuto ad abolire la Sapienza che Dio ci ha donato e rivelato per mezzo della Legge e dei Profeti, ma a darle pieno compimento. Non ne annulla neppure un dettaglio, un trattino, ma le dona un senso nuovo, pieno, radicale, per superare la giustizia formale e ipocrita degli scribi e dei farisei, come rischia di essere anche la nostra, e per condurci così alla giustizia perfetta, che è quella della carità.
La carità infatti è sensibile, attenta, delicata, non si limita a non uccidere, e ci sono tanti modi di uccidere, con il giudizio, con il disprezzo, con l’indifferenza, ma neppure si lascia andare a parole che feriscono, e per questo, soprattutto, neppure si adira con il fratello, o almeno cerca sempre di neutralizzare e disinnescare prontamente ogni tensione che sale nel suo cuore per pacificarlo. E non solo vuole sradicare e placare l’ira nel proprio cuore, ma anche nel cuore del fratello, inchinandosi davanti a lui e chiedendogli umilmente perdono, per presto riconciliarsi e presentare all’altare l’offerta più gradita al Signore, l’offerta della pace, l’offerta del perdono e dell’accordo tra fratelli e tra sorelle.
La carità ci dice ancora Gesù, è casta, luminosa, trasparente, gratuita, rispettosa, non si limita a non tradire, a non alterare e ferire l’amore che si è promesso, con l’infedeltà consumata in qualsiasi sua forma, ma purifica il proprio cuore sradicando ogni brama di gratificazione, di possesso, di uso e strumentalizzazione del corpo altrui e proprio per fini egoistici, per il piacere fine a se stesso, che conduce alla morte, spegne la carità, ed è ostacolo, scandalo e inciampo nel cammino verso la luce, verso il regno. Perché nessun adultero, nessun impuro, erediterà il regno di Dio. Ed è il Signore con la sua carità che trasforma in radice la nostra concupiscenza in desiderio e rispetto del bene dell’altro, in dono di sé, in offerta di lode, in amore casto, disinteressato e gratuito. Tutto questo nasce e avviene prima di tutto nel cuore e nello sguardo, prima di realizzarsi nelle azioni e nei comportamenti, ed è lì, nel cuore, che dobbiamo agire con decisione, cavare e tagliare ciò che ostacola e devia, per collaborare con la grazia e lasciarci progressivamente purificare e trasformare dalla carità, dall’opera dello Spirito in noi.
Infine la carità è sincera, leale, schietta, non mente, non è falsa, non recita. Non giura cioè non sovraccarica mai il parlare con la volontà di affermazione di sé e di prevaricazione sull’altro, con prepotenza e arroganza, con sicurezza di sé e delle proprie ragioni e disprezzo dell’altro, ma resta sempre semplice e sobria, ferma e chiara ma umile: il vostro parlare sia sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno.
Care sorelle, cari fratelli, la Sapienza misteriosa e profonda che Gesù ci rivela, la giustizia nuova e superiore a cui ci chiama e che vuole donarci – perché solo Lui ci giustifica e ci rende giusti – è quella della carità, che non si limita ad arginare il male, ma vuole sradicarlo dai nostri cuori, purificandoli e liberandoli dal veleno dell’ira, della concupiscenza e della falsità arrogante. Per questo il cammino cristiano è un cammino radicale, di guarigione e purificazione interiore dalle radici del male, di liberazione e trasformazione profonda del cuore, che solo lo Spirito Santo può operare in noi attraverso la carità, che è la legge, la giustizia e la sapienza nuova e superiore che Gesù ci ha portato perché in essa camminassimo senza scoraggiarci, fiduciosi che lui la porterà a compimento in noi con il suo amore, che nel vangelo di oggi si rivela tanto esigente ma che è ancor più misericordioso e fedele, e dispiega tutta la sua potenza nella nostra debolezza. Amen.
Fr. Benedetto Doni
Views: 10