Omelia di Fr. Benedetto Doni – 33.a Domenica del T.O. – C

Omelia di Fr. Benedetto Doni – 33.a Domenica del T.O. – C

Care sorelle, cari fratelli

La fine non è il fine. La fine di tante cose, non è il fine di tutto. È solo un passaggio. Di quello che vedete, dice Gesù, tante cose verranno meno, saranno distrutte, passeranno … Sì, il cielo e la terra passeranno, ma la sua Parola non passerà, e ci saranno donati cieli e terra nuovi. Il Tempio di Gerusalemme, orgoglio e vanto di Israele, con le sue belle pietre e i suoi doni stupendi, sarà distrutto, così come il nuovo tempio che è il corpo di Cristo. Ma dopo tre giorni, Lui lo farà risorgere. Tante cose, nel mondo e nella Chiesa, stanno cambiando, stanno finendo, ma non è la fine, perché non è questo il fine. Il fine è il regno di Dio di cui tutto il resto è a servizio, è semina, è annuncio, è germoglio. Verrà distrutto ciò a cui ci attacchiamo, ciò che appartiene al mondo vecchio e alla vita vecchia, il guscio, la paglia, la facciata, perché si manifesti solo la verità del suo amore eterno, che rende eterno ciò che è vissuto in Lui, con lui, per lui.

Vi saranno guerre, rivoluzioni e terremoti, pestilenze e carestie, fatti terrificanti e persecuzioni, ci dice Gesù, ma non saranno la fine perché non sono loro il fine, lo scopo. Non lasciatevi turbare e ingannare. Sono solo le doglie e il travaglio del parto del Regno di Dio, della Gerusalemme nuova, santa, celeste. Lo scopo del parto è il bambino, non i dolori del darlo alla luce. Ma anche questi dolori hanno un senso. Tutte queste prove infatti saranno occasioni di testimonianza, perché in ogni prova c’è una grazia da accogliere e da testimoniare, una parola e una sapienza da ricevere per donarla. E la sapienza che viene dalla croce, è irresistibile. Non si può controbattere. È la sapienza del martirio, del fare della sofferenza uno strumento di amore e di dono. Questa è la sapienza che vince il mondo, che vince il male e la morte.

Qual è allora il fine di tutto? È la salvezza: con la vostra perseveranza, salverete la vostra vita ci dice oggi Gesù. E che cos’è la salvezza? È passare (fare pasqua, morire e risorgere) attraverso tutto, attraversare tutto, tutte le fini, tutte le crisi, tutte le morti, tutti i drammi e le distruzioni della vita e della storia, con perseveranza, continuando a credere e amare, a donarsi, per salvare la vita perdendola, accettando di perderla, di donarla, per riceverla di nuovo, per riceverla nuova. Niente andrà perduto, neanche un capello del capo, neanche i dettagli più piccoli e insignificanti, perché il Signore è con noi, sempre, per salvarci, per portare tutto a compimento nel suo Regno.

Questo discorso di Gesù nel vangelo di oggi è un discorso apocalittico, un discorso cioè che rivela il senso delle cose che accadono, il senso del cammino della storia e della nostra vita. Perché Apocalisse vuol dire rivelazione dei misteri nascosti negli eventi della storia, rivelazione del loro senso e fine profondo. Che appunto è misterioso. Qual è dunque questo senso nascosto della storia? È il giudizio di Dio. Sì, nella storia si sta compiendo il giudizio di Dio. Viene il Signore a giudicare la terra, giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. Dio, sole di giustizia, si avvicina al mondo, a noi, viene e scende nel travaglio della storia umana, nel travaglio di ogni vita. Questo suo avvicinarsi, dice il profeta Malachia, brucia come paglia tutto ciò che viene dalla superbia e dall’ingiustizia umana, per estirparne radice e germoglio, causa ed effetti. La distruzione, agli occhi di Dio, è sempre una purificazione per una rigenerazione, per una risurrezione. Infatti lo stesso sole di giustizia che brucia la paglia del male, toccherà con raggi benefici coloro che lo temono e che confidano in lui, i cuori docili e semplici, i poveri di spirito, i puri di cuore, i misericordiosi, i miti, i facitori di pace, e li farà fiorire, crescere, fruttificare.

Che fare allora di fronte a questo compiersi del giudizio di Dio nella storia e nella nostra vita, di fronte a questo cammino fatto di tanti travagli e prove? Cosa fare ce lo dice la 2° lettura: lavorare con tranquillità e con impegno nel presente che è gestazione del regno eterno, perseverando nel bene, nella fede, nella testimonianza, come ci dice Gesù, fino alla fine, fino al fine di tutto che è la salvezza del mondo in Dio. Amen

Fr. Benedetto Doni

 

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