L’Italia è nel panico del Coronavirus: su questo vorremmo fare un atto penitenziale, forse una via crucis, ma la cosa più grande è renderci conto del valore del sacrificio eucaristico celebrato continuamente e quotidianamente. Abbiamo visto le immagini del parroco che non rinuncia a celebrare la Messa e benedice con il Santissimo la sua città… è il momento di accorgerci del tesoro che abbiamo tramano.
Ho cercato di trovare alcune parole da ricordarci in modo preciso in questi giorni e che vi lascio come compagni di questa quaresima. Il papa sta portando avanti le catechesi sulle beatitudini, secondo il classico lo schema di cui abbiamo parlato: vizi virtù comandamenti beatitudini dono dello Spirito, frutti. È lo schema del catechismo.
Ciò che mi ha colpito riprendendo in mano i comandamenti è che tutti e ciascuno possono essere letti, ciascuno può essere letto e compreso come una forma di rispetto.
I Comandamenti? Ma noi non abbiamo professato i consigli? Si , ma non per questo possiamo esentarci dai comandamenti
A ciascuno dei comandamenti corrisponde una forma di rispetto, e ciascuno si traduce in un aspetto della nostra conversatio monastica; si potrebbe schematizzare così:
1. Io sono il Signore Dio tuo; non avrai altro Dio fuori che me. | Rispetto per la Presenza | Silenzio, adorazione |
2. Non nominare il nome di Dio invano | Rispetto per l’identità: Il rispetto per il nome di Dio esprime quello dovuto al suo stesso Mistero e a tutta la realtà sacra da esso evocata. Il senso del sacro fa parte della virtù della religione. Il nome ricevuto è un nome eterno. | fede consapevole |
3. Ricordati di santificare le feste. | Rispetto per l’opera di Dio e il riposo dell’uomo Dio ha affidato a Israele il sabato perché lo rispetti in segno dell’alleanza perenne | Liturgia |
4. Onora il padre e la madre. | Rispetto per la dignità di ognuno. Ordine della carità. Siamo tenuti ad onorare e rispettare tutti coloro che Dio, per il nostro bene, ha rivestito della sua autorità. Il rispetto verso i genitori si riflette su tutto l’ambiente familiare. | Rispetto per il ruolo il compito l’incarico di ogni sorella: a ognuno c’è un onore da dare |
5. Non ammazzare. | Rispetto per la vita. Per noi si tratterà del rispetto dell’anima altrui: non dare scandalo | Ma io dico non adirarsi: non lasciar spazio alla collera… su questo ci diamo molti permessi, troppi |
6. Non fornicare. | Il rispetto per l’amore diviene rispetto per l’integralità della persona e l’integralità del dono. | Il rispetto per l’integralità della persona si riflette anche nella cura e rispetto per la dimora della comunità: la Regola ci dice di considerare le cose come vasi sacri dell’altare |
7. Non rubare. | rispetto della destinazione universale dei beni e del diritto di proprietà privata. ll rispetto della dignità umana esige la pratica della virtù della temperanza. | Rispetto per le cose e per l’integrità della creazione |
8. Non dire falsa testimonianza. | Rispetto per la verità. Il monaco ha il dovere di rispettarla e di attestarla:
| Comporta Il rispetto della reputazione delle persone, della vita privata e dei diritti particolari |
9. Non desiderare la donna d’altri. | Rinuncia al disordine delle cupidigie | Beatitudine dei puri |
10. Non desiderare la roba d’altri. | l decimo comandamento proibisce la sfrenata cupidigia generata dalla brama smodata delle ricchezze e del potere insito in esse. L’invidia è la tristezza che si prova davanti ai beni altrui e l’irresistibile desiderio di appropriarsene. E’ un vizio capitale. | Beatitudine dei poveri
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«La parola rispetto – dice Guardini – indica la strada della comprensione. L’origine del sentimento del rispetto è di natura religiosa. È la sensazione del sacro inaccessibile che s’irradiava, nell’esperienza primitiva dell’esistenza, da ogni realtà elevata, potente, magnifica. Era una sensazione mista: intuito di una sacra grandezza e desiderio di aver parte con essa, misto con l’ansia di esserne indegni e di destarne lo sdegno arcano…
Nella misura in cui lo sviluppo culturale avanzò e l’intelligenza razionale e il dominio tecnico si evolsero, l’elemento religioso si attenuò.
Nel rispetto l’uomo rinuncia a ciò che egli di norma ben volentieri fa: ad acquisire possesso e a utilizzare qualche cosa per i propri scopi. Ora invece egli si ritrae, sta in distanza. Nasce con questo uno spazio spirituale in cui ciò che merita rispetto può innalzarsi presentarsi liberamente e brillare».
“Rispetto – L’etimologia del termine rispetto è da ricondursi al participio perfetto del verbo latino “respicere” (respectus); puntando l’attenzione sulla forma infinita, notiamo che essa è composta dal prefisso “re-” seguito da “spicere“, traducibile letteralmente con “guardare di nuovo“, da qui la nostra espressione “avere ri-guardo per qualcuno“.” (www.etimoitaliano.it)
«Nel rispetto è presente un movimento che esita di fronte all’altro, trattenendosi a riconsiderare. Vi è rispetto quando si protegge lo spazio tra noi e l’altro. La giurisprudenza riconosce il diritto di “un’area o fascia di rispetto”, quella zona che obbliga a una distanza da un bene e non può essere edificata. Il rispetto riconosce e difende un’area di vuoto, una distanza tra noi e l’altro, che si genera attraverso il dubbio su ciò che vediamo o sentiamo.
Manchiamo di rispetto quando non custodiamo questa distanza, quando la prevarichiamo con le nostre certezze, i nostri modi o le nostre emozioni. Quando abbiamo parole o gesti senza indugio, quando adottiamo le nostre convinzioni senza uno sguardo che dubita, considerandole anche verità per l’altro.
Occorre una pausa, un rallentamento, perché l’altro compaia ai nostri occhi, per potersi manifestare nella libertà della sua lontananza. Il rispetto è faticoso perché richiede un cuore che sa esitare di sé e ritirarsi, di fronte all’innominabile di un’altra persona.» (www.else-where.it).
Direi quindi che la parola che lascio è la parola rispetto declinata in particolare con le mancanze che riguardano il nostro vivere insieme:
Desideri disordinati – invidie
Collere incontrollate
Anche solo nella loro origine in pensieri, sentimenti giudizi
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