La nostra vocazione

Con ciascuno di noi il Signore ha un suo progetto, ciascuno viene da Lui chiamato per nome. Il nostro compito è quindi quello di diventare persone in ascolto, capaci di percepire la sua chiamata, coraggiose e fedeli, per seguirlo e, alla fine, essere trovati servi affidabili che hanno operato bene col dono loro assegnato.

Benedetto XVI

Novità dal Noviziato

Ritiro di Quaresima 2023

Vieni e vedi

Seguire Cristo

«La cosa più importante è non distaccarsi mai da Gesù.

D’altronde, quando i Vangeli usano il verbo “seguire” è per significare che dove si dirige Lui, là deve andare anche il suo discepolo. In questo modo, la vita cristiana si definisce come una vita con Gesù Cristo, una vita da trascorrere insieme con Lui.»

Benedetto XVI  (27.9.2006)

Con cuore indiviso

«Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”.

Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”.

Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.

Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”.»

Il percorso monastico

«Quando si presenta un aspirante alla vita monastica non bisogna accettarlo con troppa facilità, ma, come dice l’Apostolo: “Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio”. Quindi, se insiste per entrare e per tre o quattro giorni dimostra di saper sopportare con pazienza i rifiuti poco lusinghieri e tutte le altre difficoltà opposte al suo ingresso, perseverando nella sua richiesta, sia pure accolto e ospitato per qualche giorno nella foresteria.

Ma poi si trasferisca nel locale destinato ai novizi, perché vi ricevano la loro formazione, vi mangino e vi dormano.

Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l’incarico di osservarli molto attentamente.

In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l’Ufficio divino, l’obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune.

Gli si prospetti tutta la durezza e l’asperità del cammino che conduce a Dio.

Se darà sicure prove di voler perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga per intero questa Regola e gli si dica: “Ecco la legge sotto la quale vuoi militare; se ti senti di poterla osservare, entra; altrimenti, va’ pure via liberamente”. Se persisterà ancora nel suo proposito, sia ricondotto nel suddetto locale dei novizi e si metta la sua pazienza alla prova in tutti i modi possibili. Passati sei mesi, gli si legga di nuovo la Regola, perché prenda coscienza dell’impegno che sta per assumersi.

E se continua a perseverare, dopo altri quattro mesi, gli si legga ancora una volta la stessa Regola.

Se allora, dopo aver seriamente riflettuto, prometterà di essere fedele in tutto e di obbedire a ogni comando, sia pure accolto nella comunità, ma sappia che anche l’autorità della Regola gli vieta da quel giorno di uscire dal monastero e di sottrarsi al giogo della disciplina monastica che, in una così prolungata deliberazione, ha avuto la possibilità di accettare o rifiutare liberamente.»

Dalla Regola, capitolo 58

Se vuoi venire

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