Visitazione della B.V. Maria (f)

Visitazione della B.V. Maria (f)

Quando:
31 Maggio 2021 h. 3:15 – 4:15
2021-05-31T03:15:00+02:00
2021-05-31T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Saluto angelico di Baldovino di Ford

 

La Vergine benedetta

 

Dopo Dio autore di un beneficio così grande la prima lode è dovuta alla vergine che merita di essere benedetta da tutti. Per questo l’angelo le dice: «Tu sei benedetta tra le donne». E a lei Elisabetta ripete: «Tu sei benedetta tra le donne». Eva, a causa della superbia e del peccato di disobbedienza ricevette su di sé la sentenza di maledizione, e per mezzo suo anche noi siamo colpevoli di questa maledizione. La superbia si attira la maledizione «poiché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili» per questo sta scritto «La superbia è l’inizio di ogni peccato. Chi vi rimane attaccato sarà colmato di maledizioni». Maria invece si è umiliata, e ha meritato la benedizione. Cerchiamo di riflettere, per quanto possiamo, su quanto si è umiliata, e com’è stata benedetta.

C’è una prima forma di umiltà che porta a sottomettersi al comandamento, un’altra che porta a sottomettersi al consiglio, un’altra all’esempio, un’altra ancora a una decisione o a un voto, un’altra fa sottostare alla maledizione. Il comandamento impone una scelta necessaria, il consiglio risveglia la volontà libera, l’esempio provoca l’imitazione, il santo proposito o il voto vi aggiunge la devozione, l’esperienza della maledizione porta alla confusione.

L’umiltà che si sottomette a un consiglio è più grande di quella che si sottomette a un precetto. Ci viene comandato di non rubare i beni altrui, ma ci viene consigliato con una esortazione di abbandonare i propri. Questa ultima cosa è migliore, ma quella è più necessaria. Quella è più ordinaria, questa è più esigente.

L’umiltà che si sottomette all’esempio, senza che vi siano un comando o un consiglio espliciti, sembra molto lontana dal gonfiore della superbia e dall’ostentazione dell’arroganza. É un indizio di grande umiltà, infatti, anche se nessuno ti costringe o ti esorta, preferire a sé un altro che agisce con rettitudine; e non disdegnare l’imitazione di tutto ciò che sia degno di essere imitato.

Spesso poi, senza che vi siano o un comando, o un consiglio, o un esempio espliciti, un segreto istinto della mente spinge a compiere qualcosa di bene, e viene considerato come fosse oggetto di un libero proposito o di un voto ciò che invece è frutto di una mirabile umiltà. É infatti segno di grande virtù rinunciare alla libertà di cui tutti godono e sottomettersi a una santa necessità.

Qualche volta capita che ciò che davanti a Dio viene riconosciuto come particolarmente gradito, preso gli uomini viene considerato ripugnante e oggetto di maledizione per questo si vedono delle persone vinte dal timore della confusione, arrossire dello sforzo che volevano imporsi per tendere alla perfezione, e nel timore loro ispirato dalle critiche degli uomini fuggono i beni che desiderano. Altri invece stimano talmente la santità e la giustizia e ne hanno un tale zelo da disprezzare la maledizione e i sarcasmi degli uomini; considerano una gloria soffrire ingiurie per il nome di Gesù, e stimano l’obbrobrio di cristo una ricchezza più grande dei tesori d’Egitto.

Questo tipo di umiltà quanto meno teme le maledizioni degli uomini a causa di Dio, tanto più merita presso Dio una più abbondante grazia di benedizione. Questa specie di umiltà nemmeno Cristo l’ha trascurata, Lui che, volendo compiere ogni giustizia, è stato reso per noi maledizione, come sta scritto «Maledetto chi pende dal legno» e in che modo è divenuto maledizione lo rivela colui che dice «É stato rigettato dagli uomini, ma è scelto e prezioso davanti a Dio», con questa parola si accorda quell’altra parola del salmo «Maledicano essi, ma tu benedicimi».

 

Views: 0