Da L’Anno liturgico di Dom Prosper Gueranger
La gloria del Cielo.
Con quale ineffabile felicità ritroveremo il vecchio compagno della nostra anima, questa parte essenziale dell’essere umano, dal quale saremo rimasti per tanto tempo separati. Molte anime, forse, avranno già passato diversi secoli rapite nella visione di Dio, ma la nostra natura umana non era completamente rappresentata nella suprema beatitudine; la felicità, che deve essere pure felicità del corpo, mancava del suo complemento. E nel seno di questa gloria, di questa gioia, restava ancora una traccia non cancellata del castigo che colpì la razza umana, fin dalle prime ore del suo soggiorno sulla terra.
Per ricompensare i giusti con la sua presenza beatifica, Dio si è degnato di non aspettare il momento in cui i corpi gloriosi saranno riuniti alle anime che li animarono e li santificarono; ma tutto il cielo aspira a questa ultima fase del mistero della Redenzione dell’uomo. Il nostro Re, nostro divin Capo, che, dall’alto del suo trono, pronuncia maestosamente queste parole: “Sono vivo, io che fui morto“, vuole che le ripetiamo anche noi, a nostra volta, nella eternità. Maria che, tre giorni dopo il suo transito, riprese il suo corpo immacolato, desidera vedere intorno a lei, nella loro carne purificata dalla prova del sepolcro, gl’innumerevoli figli che la chiamano Madre.
I Santi Angeli, di cui gli eletti della terra devono rafforzare i ranghi, si rallegrano nell’attesa del magnifico spettacolo che offrirà la corte celeste quando i corpi glorificati degli uomini, come i fiori del mondo materiale, renderanno smagliante la regione degli spiriti con il loro splendore. Una delle loro gioie è di contemplare, intanto, il corpo radioso del divin Redentore che, nella sua umanità, è tanto il loro Capo che il nostro; di fissare i loro sguardi abbagliati sull’incomparabile bellezza di cui risplendono i tratti di Maria, che è anche la loro Regina. Che festa completa sarà, dunque, per essi quel momento nel quale i fratelli della terra, le cui anime beate godono già con loro della stessa felicità, si rivestiranno col manto della carne santificata che non impedirà più l’irraggiar dello spirito e metterà finalmente, gli abitanti del Cielo in possesso di tutte le meraviglie e di tutte le bellezze della Creazione!
Al momento in cui nel sepolcro Gesù liberatosi dai lenzuoli che lo avvolgevano, risorse levandosi in tutta la sua forza e magnificenza, gli Angeli che lo assistevano furono pervasi di muta ammirazione alla vista di quel corpo che, per sua natura, era loro inferiore, ma che gli splendori della sua gloria rendevano maggiormente rilucente, di quanto lo siano gli Spiriti celesti più radiosi. Con quali acclamazioni fraterne essi accoglieranno le membra di questo Capo vittorioso, rivestite nuovamente d’una livrea che sarà per sempre gloriosa perché è quella di un Dio.
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