Dalla Lettera ai monaci di Sherborne di S. Stefano Harding, Abate
In Stefano Dio ha mostrato la ricchezza della sua misericordia
A Thurstano, venerabile abate di Sherborne, e alla comunità a lui affidata da Dio, il fratello Stefano, servo della comunità di Citeaux augura di temere Cristo con amore e di amarlo con timore.
La funzione di una lettera è di parlare con gli assenti come se fossero presenti e di unire nella comunione della carità coloro che sono separati dalla distanza. Perciò, poiché siete nostre ossa e nostra carne, vi invito ad avere la pazienza di sopportarmi, per un momento, mentre vi scrivo queste poche righe.
Io sono stato vostro monaco e con il mio bastone ho attraversato il mare affinché in me, il più piccolo tra tutti voi, il meno importante voi, il Signore mostrasse la ricchezza della sua misericordia e vi invitasse ad imitarmi. Egli infatti, come fonte viva, ha riempito un vaso vuoto come a Lui è piaciuto, affinché voi, che eravate migliori a motivo della vostra santissima origine, aveste il coraggio di perseverare con forza nella vita monastica e di confidare nell’aiuto del Signore.
Infatti io che uscii povero e solo dalla mia terra, ora, ricco e con quaranta comunità avanzo lieto sulla via comune a tutti gli uomini, aspettando sicuro il denaro promesso agli operai che lavorano fedelmente nella vigna.
Perciò faccio appello al vostro amore, affinché continuiate a impegnarvi per il progresso delle virtù, secondo la vostra buona reputazione che è giunta fino a noi, e continuando a progredire e restando saldi con fermezza nell’autentica vita monastica, non smettiate di conservare, nel cuore e nel corpo, sino alla morte, la castità e l’umiltà, dedicandovi con impegno alla parsimonia, senza mancare nella carità, per meritare di vedere il Dio degli dei. Amen.
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