Discorso sul natale degli Apostoli Pietro e Paolo di S. Agostino
Il medesimo giorno, non il medesimo anno, il martirio degli Apostoli. La triplice domanda del Signore a Pietro.
Oggi è sorto il giorno natalizio dei beatissimi Apostoli Pietro e Paolo; non del natale per cui si entra in relazione con il mondo, ma di quello che libera dal mondo. In realtà, a causa della debolezza umana, l’uomo nasce per la tribolazione; per la carità di Cristo, i martiri nascono per la corona. E per loro merito, questo giorno ci è stato fissato per celebrarne la solennità e per imitarne la santità: in modo che, avendo presente il ricordo della gloria dei martiri, siamo indotti ad amare in loro quel che odiarono i loro uccisori e, resi amanti della virtù, possiamo onorarne la passione. Nella virtù è acquistato il merito, nella passione è resa la ricompensa. Unico il giorno dei due martiri, dei due Apostoli: secondo quanto abbiamo ricevuto dalla tradizione della Chiesa, subirono il martirio non in un solo giorno, ma nello stesso giorno. Oggi, per primo, lo subì Pietro, oggi, in un altro anno, lo subì Paolo: il merito rese pari la passione, la carità fu ansiosa di andare incontro a quel giorno; queste disposizioni coltivò negli Apostoli colui che viveva in loro, che in loro era tribolato, che con loro pativa, che li sosteneva combattenti, che li coronava vincitori. Ascoltiamo pertanto dal Vangelo il merito di Pietro; dalla Lettera dell’Apostolo ascoltiamo il merito di Paolo. Il Vangelo è stato appena proclamato, abbiamo ora ascoltato: Il Signore disse a Pietro: Simon Pietro, mi ami tu? Quello rispose: Ti amo, Signore. Gli disse di nuovo il Signore: Pasci le mie pecore. Una terza volta altro non gli chiede che quanto gli aveva domandato per due volte. Al Signore importava rivolgergli una triplice domanda; dovendo rispondere una terza volta, Pietro era ormai turbato. Dice infatti il Vangelo: Pietro rimase addolorato che il Signore lo interrogasse per la terza volta e disse: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo. E il Signore: Pasci le mie pecore. Egli che domanda quel che sa, vuole insegnare qualcosa. Il Signore che sapeva, rivolgendo una terza volta la domanda, che volle allora insegnare a Pietro? Che pensiamo, Fratelli, se non che la carità volesse ritemprare la debolezza e Pietro potesse capire come chi aveva negato tre volte per timore era tenuto ad una triplice confessione per amore? Il merito di Pietro, aver pascolato le pecore di Dio; dall’altra parte, ascoltiamo il merito di Paolo: annunziandogli la sua futura passione, e per affrancarlo dal timore con il suo esempio, diceva al proprio discepolo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno. Lo vincolò con la sua testimonianza e soggiunse: Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna.
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