Da L’Anno Liturgico di Dom Prosper Gueranger
Il santo Vangelo narra con la sua sublime semplicità il Martirio degli Innocenti. Erode mandò ad uccidere tutti i bambini. Questa ricca messe per il cielo fu mietuta, e la terra non se ne commosse. I lamenti di Rachele salirono fino al cielo, e presto il silenzio ricadde su Betlemme. Ma le beate vittime venivano raccolte dal Signore, per formare la corte del suo Figliuolo. Gesù, dalla sua culla, li contemplava e li benediceva; Maria compativa le loro brevi sofferenze e il dolore delle madri; la Chiesa che sarebbe presto nata doveva glorificare, per tutti i secoli, quell’immolazione di teneri agnelli, e fondare le più belle speranze sul patrocinio di quei bambini diventati d’un tratto così potenti sul cuore del suo celeste Sposo.
Beati Bambini, noi rendiamo omaggio al vostro trionfo, e ci felicitiamo con voi perché siete stati scelti come compagni di Cristo nella culla. Quale glorioso risveglio è stato il vostro, allorché dopo essere passati per la spada, avete conosciuto che presto la luce abbagliante della vita eterna sarebbe stata la vostra eredità. Quale riconoscenza avete testimoniata al Signore che vi sceglieva così fra tante migliaia di altri bambini, per onorare con la vostra immolazione la culla del suo Figliuolo! La corona ha cinto la vostra fronte prima della battaglia; la palma è venuta da sé a posarsi nelle vostre deboli mani, prima che aveste potuto fare uno sforzo per raccoglierla: è così che il Signore si è mostrato pieno di munificenza, e ci ha fatto vedere che è padrone dei suoi doni. Non era forse giusto che la Nascita del Figlio del sommo Re fosse segnata da qualche magnifica elargizione? Noi non ne siamo gelosi, o Martiri innocenti! Glorifichiamo il Signore che vi ha scelti e plaudiamo con la Chiesa alla vostra inenarrabile felicità.
O fiori dei Martiri, permettete che riponiamo in voi la nostra fiducia, e che osiamo supplicarvi, per la ricompensa gratuita che vi è stata concessa, di non dimenticare i vostri fratelli che combattono in mezzo ai rischi di questo mondo di peccato. Anche noi desideriamo quelle palme e quelle corone nelle quali si allieta la vostra innocenza. Lavoriamo duramente ad assicurarcele, e spesso ci sentiamo sul punto di perderle per sempre. Lo stesso Dio che ha glorificato voi è anche il nostro fine; in lui solo anche noi troveremo il riposo; pregate affinché possiamo giungere fino a lui. Chiedete per noi la semplicità, l’infanzia del cuore, l’ingenua fiducia in Dio che va fino in fondo nel compimento dei suoi voleri. Otteneteci di sopportare con calma la sua croce, quando ce la manda e di desiderare unicamente il suo piacere. In mezzo al sanguinoso tumulto che venne ad interrompere il sonno, la vostra bocca infantile sorrideva ai carnefici; le vostre mani sembravano scherzare con quella spada, che doveva trapassarvi il cuore; eravate graziosi di fronte alla morte. Otteneteci di essere anche noi dolci verso la tribolazione, quando il Signore ce la manda. Che essa sia per noi un martirio, per la tranquillità del nostro coraggio, per l’unione della nostra volontà con quella del sommo Re e Signore, il quale prova soltanto per ricompensare. Che gli strumenti di cui egli si serve non ci tornino odiosi; che la carità non si spenga nel nostro cuore e che nulla turbi quella pace senza cui l’anima del cristiano non potrebbe piacere a Dio.
Infine, o teneri agnelli immolati per Gesù, voi che lo seguite dovunque egli va perché siete puri, concedeteci di accostarci all’Agnello celeste che vi conduce. Portateci a Betlemme insieme con voi; onde non usciamo più da quel soggiorno di pace e d’innocenza. Presentateci a Maria, la Madre nostra, ancora più tenera di Rachele; ditele che siamo i suoi figli, e che siamo i vostri fratelli; e come ha compatito i vostri dolori d’un istante, si degni di aver pietà delle nostre misere lodi.
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