I santi Giusto e Clemente, di Mons. Lari
Padre nella fede
È stato S. Giusto, con l’aiuto del fratello Clemente e dell’amico Ottaviano a liberare la popolazione di Volterra dalle eresie che negavano la divinità di Cristo. È chiaro che questa impresa richiese anni di preghiere e digiuni, con accompagnamento di predicazione, controversie, discussioni e altre cose del genere. Tutte le legende di san Giusto hanno fatto ricorso al rito dell’esorcismo per spiegare la liberazione di Volterra dall’eresia, mettendo così in viva luce la santità del santo Patrono.
È bene allora ricordare che l’esorcismo è un rito liturgico, compiuto da un ministro della Chiesa con lo scopo di cacciare via il demonio dal corpo di una persona, della quale lo spirito maligno si era impadronito. Parliamo di “possessione del corpo”, non dell’anima, perché quando il demonio è penetrato nell’anima, col peccato grave, solo il sacramento che perdona i peccati può obbligarlo ad andarsene.
Giusto si reca processionalmente all’incontro con gli eretici, preceduto dalla croce e accompagnato da tutti coloro che seguono la fede cattolica; gli eretici lo attendono inquieti, perché dominati dal drago, simbolo di Satana. Gli eretici sono sfuggenti come serpenti velenosi, sono pure nervosi perché sentono il pericolo incombente. Appena il Santo e gli eretici s’incontrano, ha inizio l’esorcismo.
Giusto parla prima al drago, personificazione di Satana, ed esclama: “Lascia liberi coloro che hai soggiogato, te lo chiedo nel nome di Colui che tu stesso scongiurasti perché ti lasciasse entrare nella mandria dei porci”. E ancora: “Vattene lontano da coloro che hai reso schiavi dell’errore; te lo chiedo nel nome di Colui che ti parlò severamente e ti comandò di uscire dal ragazzo epilettico”. Dopo aver parlato al drago, s. Giusto si rivolge ai serpenti, cioè a demoni minori che sono penetrati nella mente e nel cuore degli eretici. Ad essi dice: “Uscite da coloro che avete reso schiavi dell’errore, ve lo comando nel nome di Colui al quale voi gridaste: “Che c’entri tu con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”.
Ora san Giusto grida a gran voce: “Vattene via! Vattene lontano, spirito di falsità! Fuggi nel deserto, oppure sprofonda negli abissi del mare”. Alla voce che comanda con la stessa autorità che Cristo ha trasmesso agli Apostoli, il drago si arrende e i serpenti rispondono con un fragore così strepitoso da “incutere paura in tutti i presenti”. Ormai l’eresia è vinta; molti eretici son diventati cattolici e quelli che sono rimasti nell’errore sentono il bisogno di fuggire lontano. S. Giusto ottenne l’effetto perché si valse della potestà attribuita da Cristo agli Apostoli e trasmessa poi ai vescovi loro successori, come espressamente afferma il Vangelo: “Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni”.
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