Ss. Giusto e Clemente (m)

Ss. Giusto e Clemente (m)

Quando:
5 Giugno 2021 h. 3:15 – 4:15
2021-06-05T03:15:00+02:00
2021-06-05T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da “I santi Giusto e Clemente Patroni di Volterra”
Ricostruzione storica di Mons. Ovidio Lari, Vescovo. (1919-2007)

 

Il miracolo dei serpenti

 

È facile e naturale indovinare che i nostri Santi, appena arrivati a Volterra, si dettero a cercare i cattolici rimasti in città. Trovati che li ebbero, vollero esser da loro ragguagliati sul numero e sull’attività degli ariani. Seppero in tal modo che l’eresia prosperava dappertutto, ma aveva la sua roccaforte nelle vicinanze del monte Nibbio, a breve distanza dalle mura urbane. S. Giusto decise allora di affrontare l’eresia nel suo covo. Se potrò tagliare la testa al dragone — egli pensò — la vittoria sarà fulminea. Staccato che sia il capo, anche il corpo del mostro rimarrà inerte, dopo aver dato qualche residuo sussulto.

Quanto siamo andati dicendo fin qui voleva preparare una spiegazione in termini di storia a quel miracolo dei serpenti che, nel ritorno di Volterra ariana alla genuina fede di Cristo, costituisce indubbiamente un punto focale. Narreremo fra breve quel miracolo, ma prima dobbiamo notare che le notizie riguardanti i Santi Patroni ci sono giunte in tre redazioni abbastanza ineguali, nello stile e nel contenuto. La prima redazione è quella già ricordata di Blanderanno, la seconda nasce da Blanderanno, ma se ne scosta in modo assai chiaro, la terza è un sunto brevissimo di quanto era scritto nelle prime due. Nel corso del nostro lavoro avremo da servirci più volte delle varie redazioni che, per ragioni di comodità, distingueremo coi nomi di «Leggenda Maggiore», «Leggenda Minore», «Leggenda Minima». Ecco ora il miracolo dei serpenti secondo la «Leggenda Minore».

«C’era, vicino alle mura della città, un luogo infestato dai demoni, dove si trovava un immenso groviglio di serpenti. Quei serpenti, con frode diabolica, incutevano grande terrore ai cittadini, tantoché nessuno ardiva allontanarsi dalle porte di città più di un tiro di pietra. I Santi Giusto e Clemente, alla presenza di tutto il popolo, scelsero quel luogo come loro dimora… Una volta, dopo aver ordinato a tutto il popolo di pregare e digiunare per tre giorni, dopo essersi anch’essi fortificati con la preghiera e col digiuno, avanzarono a passo sicuro verso il covo dei serpenti, per nulla impauriti dalle menzogne, dalle minacce, dalla caligine delle tenebre. Giunti colà, dissero con voce ferma: “Vattene, antico dragone, condannato all’inferno! Vattene di qui! Te lo comanda Colui che ti cacciò via dal corpo dell’ossesso e ti costrinse ad entrare in un torbido branco di porci… Vattene nel deserto, immergiti nelle onde del mar; non presumere di molestare i credenti in Cristo “. Immediatamente incominciò ad andarsene la spaventosa moltitudine dei serpenti e si udirono voci gridare: «Miseri noi! Un giorno tenemmo in saldo possesso tutta questa città, e ora le armi di Giusto e di Clemente ci colpiscono a tal punto che non ci è concesso di nasconderci neppure sotto una pietra».

Abbiamo voluto riportare il racconto del miracolo servendoci delle parole della «Leggenda Minore» perché suonano più chiare e più belle di quelle della «Leggenda Maggiore». Dobbiamo però osservare che la sostanza è identica in entrambi i racconti. L’unica differenza degna di nota è che nella «Leggenda Maggiore» i Santi piantarono in terra un bastone e ordinarono ai serpenti di andarsene in quella direzione, senza volgersi né a sinistra né a destra.

 

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