SS. Gioacchino e Anna (m)

SS. Gioacchino e Anna (m)

Dalla Vita di Maria di San Massimo il Confessore

 

Gioacchino ed Anna, i genitori di Maria

Si chiamava Gioacchino; era della casa di Davide, re e profeta; sua moglie si chiamava Anna. Rimase senza figli fino alla sua vecchiaia, perché sua moglie era sterile. Eppure proprio a lei, secondo la legge di Mosè, era preparato l’onore delle donne che danno alla luce, onore che non era stato dato a nessun’altra donna priva di figli. Gioacchino ed Anna infatti erano venerandi e onorabili sia in opere che in parole: erano noti come appartenenti alla stirpe di Giuda e di Davide, alla discendenza dei re. Quando poi le case di Giuda e di Levi si unirono, il ramo regale e quello sacerdotale si mescolarono. Cosi infatti è scritto tanto a riguardo di Gioacchino che di Giuseppe, al quale fu fidanzata la Vergine santa: di costui, sotto l’aspetto più immediato, si dice che era della casa e della tribù di Davide (cf. Mt 1, 16; Le 1, 5); ma erano entrambi, sia questo che quello, uno secondo la discendenza naturale da Davide, l’altro in virtù della legge di cui erano leviti. Anche la beata Anna era un ramo scelto della stessa casa: ciò preannunciava che il re che stava per nascere dalla loro figlia sarebbe stato sommo sacerdote, perché Dio e perché uomo. Tuttavia, la mancanza di figli dava molto dolore ai venerandi e stimati genitori della Vergine, a motivo della legge di Mosè e anche a motivo delle derisioni che ricevevano da uomini stolti. Perciò avrebbero voluto che un rampollo nascesse da loro, non solo per togliere la loro ignominia davanti ai propri occhi, ma anche davanti al mondo intero, e per condurli a una gloria superiore. Allora la beata Anna, come la prima Anna madre di Samuele, si recò al tempio e pregò il Creatore dell’universo di donarle un frutto del grembo, perché glielo potesse consacrare in ricambio, avendolo ricevuto da lui come dono. Ma anche il beato Gioacchino non restava inattivo, ma chiedeva a Dio di essere liberato dalla mancanza di figli. Il re benigno, il donatore generoso, accolse la preghiera del giusto e ad ambedue inviò l’annuncio. Inviò l’annuncio prima di tutto a Gioacchino, mentre stava ritto in preghiera nel tempio. Si fece udire una voce venuta dal cielo, che gli diceva: «Tu avrai una figlia che non sarà solamente gloria per te, ma per tutto il mondo». Questo annuncio a Gioacchino fu notificato alla beata Anna; essa tuttavia non cessò di pregare Dio con lacrime ardenti. Anche a lei dunque fu mandato l’annuncio da parte di Dio, nel giardino dove offriva sacrifici, con domande e preghiere al Signore. L’angelo di Dio venne da lei e le disse: «Dio ha ascoltato la tua preghiera; tu darai alla luce l’annunciatrice della gioia, la chiamerai Maria, perché da lei nascerà la salvezza del mondo intero». Ora, dopo l’annuncio, ebbe luogo la gravidanza e dalla sterile Anna nacque Maria, l’illuminatrice di tutti: cosi infatti si traduce il nome «Mariam»: «illuminatrice». Allora i venerandi genitori della felice e santa fanciulla furono colmi di una grande gioia. Gioacchino organizzò un banchetto e invitò tutti i vicini, sapienti e ignoranti, e tutti resero gloria a Dio, che aveva compiuto per loro un grande prodigio. In tal modo l’angoscia di Anna si cambiò in una gloria più sublime, quella di diventare porta della porta di Dio, porta della sua vita e inizio del suo glorioso comportamento. A questo punto è giusto che noi innalziamo il nostro discorso verso glorie e misteri superiori, aiutati dalla sua grazia, dalla sua intercessione, dal suo soccorso, perché è lei la causa e la dispensatrice di ogni bene.

 

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