Dalla Summa di san Tommaso, Q 108
Ordinamento degli angeli in gerarchie e ordini – Se gli ordini angelici siano ben denominati
V’è l’autorità della sacra Scrittura che così li denomina. Infatti troviamo i Serafini in Isaia; i Cherubini in Ezechiele; i Troni nella Lettera ai Colossesi; le Dominazioni, le Virtù, le Potestà e i Principati, nella Lettera agli Efesini; gli Arcangeli, nella Lettera Canonica di Giuda; e gli Angeli in moltissimi luoghi della Scrittura. Nella denominazione degli ordini angelici bisogna tener presente quel che afferma Dionigi, e cioè che “i nomi propri dei singoli ordini designano le loro proprietà”. Per discernere poi quale sia la proprietà di ciascun ordine, è necessario riflettere che negli esseri disposti gerarchicamente, una perfezione può trovarvisi in tre modi: cioè in modo appropriato, in modo eccedente e in modo partecipato. Una perfezione si trova in modo appropriato in un soggetto, quando essa è adeguata e proporzionata alla natura del soggetto. Vi si trova in modo eccedente, quando la perfezione è al di sotto del soggetto cui viene attribuita, e conviene ad esso in grado sovraeminente; come si disse di tutti i nomi attribuiti a Dio. Vi si trova in modo partecipato, quando la perfezione suddetta non raggiunge nel soggetto tutta la sua pienezza; così i santi son chiamati dei per partecipazione. – Quando dunque a un dato essere si voglia imporre un nome che ne denoti l’intrinseca proprietà, questo nome non va desunto né da ciò che esso partecipa imperfettamente, né da ciò che possiede in grado eccedente, ma da ciò che è commisurato ad esso. Così, volendo denominare con nome proprio l’uomo, lo si dovrà chiamare sostanza ragionevole e non sostanza intellettuale, che è il nome proprio dell’angelo; giacché, mentre la semplice intelligenza conviene all’angelo come proprietà, all’uomo conviene solo per partecipazione; né si potrà chiamare sostanza sensitiva, che è il nome proprio del bruto, poiché la sensitività è qualcosa di meno di ciò che è proprio dell’uomo, ed essa, in confronto agli altri animali, conviene all’uomo in grado eccedente. Venendo ora agli ordini angelici, bisogna considerare che le perfezioni spirituali sono comuni a tutti gli angeli; esse si trovano però in misura più abbondante negli angeli superiori che negli inferiori. Ma siccome v’è una graduatoria nelle stesse perfezioni, la perfezione superiore si attribuisce in modo appropriato all’ordine superiore e in modo partecipato a quello inferiore: viceversa, la perfezione inferiore si attribuisce in modo proprio all’ordine inferiore e in modo sovraeminente a quello superiore. Cosicché gli ordini più alti vengono denominati dalle più alte perfezioni.
Con codesto criterio, in base cioè alla disposizione degli angeli alle perfezioni spirituali, Dionigi spiega i nomi dei vari ordini. – S. Gregorio invece nella spiegazione di tali nomi si fonda sui ministeri esterni. Dice infatti che “si chiamano Angeli, quelli deputati alle piccole ambasciate; Arcangeli, quelli deputati alle grandi; Virtù, quelli incaricati di compiere i miracoli; Potestà, quelli chiamati a respingere le forze avverse; Principati, quelli che presiedono agli stessi spiriti buoni”.
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