Dalla Summa Teologica di san Tommaso d’Aquino
Prima parte Questione 113 Articolo 2
Girolamo, commentando il passo evangelico “gli angeli loro in cielo”, scrive: “È tanto grande la dignità delle anime che ciascuna di esse ha, fin dalla nascita, un angelo deputato alla sua custodia”.
A ciascun uomo è assegnato un particolare angelo custode. E la ragione sta nel fatto che la custodia degli angeli rientra nell’esecuzione della provvidenza divina rispetto all’uomo. Ora, la provvidenza di Dio si comporta in modo diverso riguardo all’uomo e riguardo alle altre creature corruttibili, perché diverso è il rapporto di queste creature con l’incorruttibilità. Gli uomini, infatti, sono incorruttibili non solo nella loro comune forma specifica, ma anche nelle loro forme individuali, che sono le anime razionali: ciò che non può affermarsi degli altri esseri corruttibili. Ora, è evidente che la provvidenza di Dio ha di mira principalmente gli esseri che sempre esisteranno: mentre cura gli esseri perituri in ordine al bene di quelli eterni. Quindi la provvidenza di Dio si comporta nei riguardi di ogni singolo uomo, come si comporta nei riguardi di ogni singolo genere o di ogni singola specie degli esseri corruttibili. Ora, al dire di S. Gregorio, ai diversi generi di cose vengono deputati diversi ordini di angeli; le Potestà, p. es., a tenere a freno i demoni, le Virtù a operare miracoli nel mondo dei corpi. È probabile, inoltre, che i diversi angeli d’un medesimo ordine vengano deputati alle diverse specie di un medesimo genere di esseri. Quindi è cosa ragionevole pensare che per i diversi uomini vengono incaricati come custodi angeli diversi.
L’uomo può essere affidato alla custodia di altri in due maniere. Primo, in quanto è un individuo particolare: e in questo caso a ciascun uomo è dovuto un custode, e qualche volta anche più di uno. Secondo, in quanto fa parte di una comunità: e, in questo caso, si assegna un custode a tutta la comunità, col compito di provvedere a ciascun membro nelle sue relazioni con la comunità: e cioè in rapporto alle sue azioni esterne, dalle quali gli altri traggono o edificazione o scandalo. Invece, la custodia da parte degli angeli sugli uomini riguarda anche la loro attività intima e occulta, che interessa la salvezza dei singoli presi individualmente. Perciò a ogni singolo uomo è assegnato un particolare angelo custode.
Si è detto avanti che tutti gli angeli della prima gerarchia sono illuminati immediatamente da Dio su alcune verità; ma che vi sono altre verità intorno alle quali da Dio sono illuminati immediatamente solo gli angeli superiori, che le rivelano poi agli inferiori. Ora, la stessa considerazione va fatta riguardo agli ordini inferiori: infatti, un angelo di grado infimo su alcune verità è illuminato da un angelo supremo, e su altre dall’angelo che sta immediatamente sopra di lui. Cosicché può darsi un angelo che illumini immediatamente l’uomo, e abbia, nondimeno, sotto di sé altri angeli da lui illuminati.
Sebbene gli uomini siano uguali per natura, tuttavia in essi si verifica la disuguaglianza, perché dalla divina provvidenza alcuni sono ordinati a cose maggiori, altri a cose minori, secondo l’insegnamento della Scrittura: “Il Signore li distinse nella pienezza della sapienza e variò le loro vie: alcuni di essi benedisse ed esaltò, altri ne maledisse e umiliò”. Quindi può essere maggiore ufficio custodire un uomo piuttosto che un altro.
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