Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (VI)

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (VI)

Quando:
23 Gennaio 2023 h. 3:15 – 4:15
2023-01-23T03:15:00+01:00
2023-01-23T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da L’unità della chiesa cattolica di Cipriano di Cartagine

 

L’ideale della pace e dell’unanimità

 

Lo Spirito Santo ci avverte e ci dice: «Chi è l’uomo che vuole la vita e ama vedere giorni migliori? Trattieni la tua lingua dal male, e non sfuggano dalle tue labbra parole di frode. Schiva il male e fa’ il bene, cerca la pace e seguila». Deve cercare e seguire la pace, colui che è figlio di pace; deve trattenere la sua lingua dal causare il male della di visione, colui che conosce e ama il vincolo della carità. Ecco quanto ci ha lasciato il Signore, fra gli altri suoi comandamenti divini e i suoi insegnamenti salutari. Già prossimo alla passione, dice: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace». Ci ha lasciato questa eredità; e tutti i doni e le ricompense da lui promessici, sono legati alla conservazione della pace. Se dunque siamo eredi di Cristo, rimaniamo nella pace di Cristo; se siamo figli di Dio, dobbiamo essere pacifici. «Beati i pacifici, — dice, — perché saranno chiamati figli di Dio». Sì, i figli di Dio devono essere pacifici, miti di cuore, semplici nel loro parlare, concordi nell’amore, fedelmente tra di loro uniti dai vincoli dell’unanimità.

È questa unanimità che esistette un tempo, sotto gli apostoli: così il popolo nuovo dei credenti mantenne la carità, custodendo i comandamenti del Signore. Lo prova la Scrittura, dove si legge: «Ora la moltitudine di quelli che avevano creduto, agiva d’una sola anima e di un sol pensiero» (Atti 4,32) e ancora: «E tutti perseveravano unanimi nella preghiera, con le donne, e Maria la madre di Gesù, e con i fratelli di lui» (Atti 1,14). E perciò pregavano con efficacia; perciò potevano ottenere con certezza tutto ciò che chiedevano dalla misericordia di Dio.

In mezzo a noi invece questa unanimità è compromessa, e ne è prova il fatto che è decaduta pure la generosità delle opere. Allora vendevano le case e le loro proprietà e, facendosi tesori in cielo, offrivano il ricavato agli apostoli perché lo si distribuisse a sollievo degli indigenti. Ma ora non diamo neppure la decima del nostro patrimonio; e anzi, pur avendoci comandato il Signore di vendere (Luca 12,33) noi compriamo e ci arricchiamo. Sino a questo punto si è afflosciato in noi il vigore della fede, è andata languendo la forza dei credenti. E perciò il Signore, guardando ai nostri tempi, dice nel suo Vangelo: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, credi che troverà fede sulla terra?». Noi vediamo che si sta proprio avverando ciò che egli ha predetto. Non si crede più che bisogna avere il timor di Dio, che c’è una legge di giustizia, non si crede nell’amore, nelle opere. Nessuno pensa con timore alle cose future, nessuno considera il giorno del Signore e l’ira di Dio e i supplizi riservati agli increduli e gli eterni tormenti cui sono destinati i perfidi. La nostra coscienza le temerebbe, tutte queste cose, se credesse; ma poiché non crede, non le teme minima mente. Se invece le credesse, se ne guarderebbe, e guardando sene le eviterebbe.

Svegliamoci il più possibile, fratelli carissimi (Romani 13,11). E scuotendoci dal sonno dell’inveterata inerzia, vegliamo nell’osservanza e nella pratica dei precetti del Signore. Siamo tali, quali egli ci ha prescritto di essere col dire: «Siano cinti i vostri fianchi, e accese le vostre lampade; e voi siate simili a uomini che attendono il loro padrone quando torni da nozze, per aprirgli appena viene e picchia alla porta: beati quei servi che il padrone, al suo arrivo, troverà vigilanti». Bisogna esser cinti, perché quando sopravverrà il giorno della partenza, esso non ci trovi impacciati e impigliati. La nostra lampada deve stare accesa e risplendere nelle buone opere, affinché lui dalla notte di questo mondo ci conduca alla luce dello splendore eterno. Attendiamo, sempre pronti e prudenti, l’avvento del Signore che sarà improvviso: così, quando egli busserà, la nostra fede sarà sveglia e riceverà dal Signore il premio della vigilanza. Se osserveremo questi comandi, se riterremo questi ammonimenti e precetti, non saremo come dormienti che il diavolo potrà trarre in inganno: saremo, al contrario, servi vigili; e regneremo col Cristo regnante.

 

 

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