Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (II)

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (II)

Quando:
19 Gennaio 2023 h. 3:15 – 4:15
2023-01-19T03:15:00+01:00
2023-01-19T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da L’unità della chiesa cattolica di Cipriano di Cartagine

 

La tunica di Cristo simbolo dell’unità

 

Questo mistero dell’unità, questo vincolo di concordia stretto alla perfezione, ci viene indicato nel Vangelo, là dove si parla della tunica del Signore Gesù Cristo: essa non viene affatto divisa né strappata; ma si gettano le sorti sulla veste di Cristo, sicché chi dovrà rivestirsi di Cristo riceva la veste intatta e possieda indivisa e integra quella tunica. Cosi leggiamo nella divina Scrittura: «Quanto poi alla tunica, poiché era senza cuciture dall’alto al basso e tessuta d’un pezzo, si dissero a vicenda: Non stracciamola, ma tiriamola a sorte a chi tocchi». Lui portava l’unità che viene dall’alto, che viene cioè dal cielo e dal Padre: tale unità non poteva essere affatto divisa da chi la ricevesse in possesso, conservandosi tutta intera e assolutamente indissolubile. Non può possedere la veste di Cristo, colui che divide e separa la Chiesa di Cristo. (…) Il profeta Achia strappò il suo mantello perché Israele si divideva in dodici tribù. Ma, al contrario, poiché non può dividersi il popolo di Cristo, la tunica di lui, tessuta tutta d’un pezzo e senza cuciture, non sarà divisa da coloro che la possiedono: essa, cosi indivisa, tutta insieme tessuta, mostra la stretta concordia del nostro popolo, di noi che ci siamo rivestiti di Cristo. Egli, dunque, col segno e il simbolo della tunica, ha rappresentato l’unità della Chiesa. (…)

Parimenti l’apostolo Paolo ci raccomanda la stessa unità con questa pressante esortazione: «Vi scongiuro, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, che tutti teniate uno stesso linguaggio e non vi siano scismi fra voi: siate invece perfettamente uniti in uno stesso sentimento e in uno stesso pensiero». E ancora dice: «Sopportandovi a vicenda con amore, studiatevi di conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace». Ebbene, credi tu che si possa stare in piedi e continuare a vivere, allontanandosi dalla Chiesa, costruendosi altre sedi e dimore diverse? se pensi che a Rahab, nella quale era prefigurata la Chiesa, fu detto: «Radunerai tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, tutta la tua parentela presso di te in casa tua; e accadrà che chi uscirà fuori della porta di casa tua, sarà colpevole della sua rovina». Parimenti, il rito della Pasqua, nella legge dell’Esodo, prescriveva che l’agnello, il cui sacrificio era figura di quello di Cristo, fosse mangiato in una stessa casa. Ecco le parole stesse di Dio: «Sarà mangiato in una sola casa, e non getterete la sua carne fuori della casa». Non può dunque essere gettata fuori la carne di Cristo, la cosa santa del Signore; né ci sarà altra casa per i credenti all’infuori del l’unica Chiesa. È questa casa, questa dimora in cui tutti si è un’anima sola, che lo Spirito Santo indica e annunzia nei Salmi con queste parole: «Ai derelitti Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri; solo i ribelli abbandona in terra arida» (Salmo 67,7). Nella casa di Dio, nella Chiesa di Cristo, vi abitano coloro che sono un’anima sola, e che perseverano in concordia e semplicità.

 

 

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