Dal sermone XXI per l’Assunzione di Maria di S. Aelredo
Qual è questa ricompensa? Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Questo è lontano. Lontano quanto dista il cielo dalla terra, quanto la morte dalla vita, quanto la miseria dalla felicità, quanto la luce alla cecità. Questa donna è nelle tenebre, ma la sua ricompensa è la luce; è nella morte, ma la sua ricompensa è la vita; è nella miseria, ma la sua ricompensa è la felicità; è sulla terra, ma la sua ricompensa è il cielo; infine è un essere umano, ma la sua ricompensa è Dio
Viene da lontano, dunque, la sua ricompensa, dai confini della terra. Ma perché dai confini della terra? Dagli ultimi fini? I fini sono due, uno dei buoni, l’altro dei malvagi. Ma ci sono dei fini di entrambi, alcuni primi, altri ultimi. La fine per ciascuno è il momento della morte. Ma uno muore da iniquo, l’altro da giusto, Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli. Questi sono i primi fini. Per quanto l’anima santa uscita del corpo ottenga una non piccola parte di beatitudine, tuttavia la sua ricompensa, dai confini (fini) della terra.
Quali sono i fini ultimi? Quando tutti, certo, risorgeremo (moriremo), ma tutti saremo trasformati, (1 Cor 15, 51); quando finiti tutti i disagi, ormai posta nella condizione di una carne incorruttibile, la donna forte si sentirà dire dal Signore: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo, mentre gli empi invece ascolteranno: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno.
Da questi fini questa donna attende la sua ricompensa. Per ottenere questa ricompensa si vende ora come schiava, e guardando a questa ricompensa, suda, lavora, accoglie volentieri tutto ciò che le vien comandato, soffre liberamente tutto ciò che le viene imposto. Fratello, ponetevi questa ricompensa davanti agli occhi. Sopportate, contemplando questa ricompensa, le fatiche, le veglie, e gli altri disagi. Se gli uomini sopportano fatiche così aspre per acquistare denaro, cosa dobbiamo fare noi a cui è promesso il cielo?
Dunque, per dire brevemente, Salomone, vedendo un’anima che disprezza perfettamente il mondo e che non spera niente altro se non i beni futuri, dice: Una donna perfetta chi potrà trovarla? Viene da lontano la sua ricompensa, dai confini della terra (Pr 31,10) E aggiunge: In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. (Pr 31,11) Chi sia il marito di questa donna forte non c’è bisogno di spiegarlo alla carità vostra. Egli è colui del quale l’Apostolo dice: vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Dunque In lei confida il cuore del marito. Si prende l’analogia dalle realtà umane.
L’uomo che sa che sua moglie è casta, sobria, pudica, che si comporta bene, confida in lei. Esce e rientra con sicurezza, sapendo che sia che lui sia assente, sia che sia presente, non accetterà adulteri, non ascolterà corruttori non guarderà ingannatori. Teme castamente, ama perfettamente: ama il suo marito non per i suoi beni, ma per lui stesso; teme non di essere battuta, ma di essere anche solo un po’ abbandonata. Così viene descritta quest’anima. Se un’anima sarà così, cioè se sarà casta, sobria, perfettamente amante, e castamente timorosa in lei confida il cuore del marito.
Con sicurezza se ne va, con tranquillità è presente, con sicurezza le affida i suoi beni, non da sperperare con gli adulteri, non da spartire con i fornicatori. Ma quest’uomo spirituale come si fa presente, o come si allontana, Egli che è ovunque e non è mai assente, poiché è sempre e interamente e ovunque presente? Ma quando siamo messi alla prova dalle avversità, è quasi come si allontanasse, quando siamo consolati dalla prosperità è come se ritornasse, quando visita il nostro spirito con la sua grazia è come fosse presente, quando ci sottrae la grazia è come fosse lontano.
Felice la mente con la quale Dio quasi con sicurezza compie tutte queste cose. Davvero in lei confida il cuore del marito. Felice la mente che non è spezzata dalle avversità e non si lascia andare nella prosperità, che non mormora nell’avversità, e non s’ insuperbisce nella prosperità. Davvero in lei confida il cuore del marito. Felice la mente che, quando le viene sottratta la grazia, non dispera; che, quando la grazia è presente, non si esalta al disopra degli altri. Davvero in lei confida il cuore del marito.
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