Settimana cistercense

Settimana cistercense

Dai Sermoni sul Cantico dei Cantici di S. Bernardo

 

Il secondo bacio, dato alle mani

Dopo, pertanto, il primo bacio ai piedi, non presumere ancora di alzarti al bacio della bocca. Ma ti farà come da gradino per salire a quello un altro bacio, che riceverai in secondo luogo. E sentine adesso la ragione. Se Gesù mi avrà detto: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”, che mi gioverà se io non cesserò di peccare? Mi sono tolto la tunica; se me la rimetto che progresso ho fatto? Se di nuovo sporcherò i miei piedi che avevo lavato, che mi gioverà averli lavati? Lordo di ogni genere di vizi, sono stato immerso a lungo nel fango della palude; ma senza dubbio sarà peggio il ricadervi che l’esservi giaciuto. In ultimo, colui che mi ha reso sano, ricordo che mi ha detto: Ecco, sei stato fatto sano, va e non peccare più, perché non ti succeda qualche cosa di peggio (Gv 5,14). Ma è necessario che colui che ha dato la volontà di convertirsi, aggiunga anche la virtù della perseveranza nel bene, perché non torni a fare le cose di cui mi sono pentito, e la nuova condizione diventi peggiore della prima. Guai a me, anche quando sono pentito, se subito toglierà da me la sua mano colui senza del quale io non posso far nulla. Nulla, dico, neppure pentirmi ed evitare il male. Ascolto pertanto ciò che mi consiglia il Sapiente: Nell’orazione, dice, non usare molte parole (Eccl 7,15). Mi spaventa anche la minaccia che il Giudice fa alla pianta che non fa frutti buoni. Lo confesso, per tutte queste cose non sono del tutto contento della prima grazia per cui mi sono pentito dei miei peccati, se non ne riceverò una seconda, che faccia cioè degni frutti di penitenza, e d’ora in poi non torni più al vomito.

Dunque, prima di presumere cose più alte e sante, devo prima chiedere e ottenere questo. Non voglio diventare sommo troppo in fretta: voglio progredire poco alla volta. Quanto dispiace a Dio l’impudenza del peccatore, altrettanto gli è grata la verecondia del penitente. Lo placherai più presto, se starai nei tuoi limiti, e non cercherai cose più alte di te. È un lungo e ardito salto dai piedi alla bocca, e neanche conveniente. E che? Di fresco ancora sporco di polvere, ti accosterai alla sacra bocca? Ieri tratto dal fango, oggi ti presenti al volto della gloria? Passa prima per la mano. Essa prima ti purifichi, essa ti sollevi. Come ti solleverà? Dandoti quelle cose per cui tu ardisca aspirare a tanto; e queste cose sono l’ornamento della continenza, e degni frutti di penitenza, che sono opere della pietà. Queste ti innalzeranno dall’immondizia e ti daranno la speranza di udire cose più sublimi. E ricevendo il dono, bacia la mano, vale a dire, non a te, ma al suo nome dà gloria. Fallo, e rifallo ancora, sia per i peccati perdonati, sia per le virtù elargite. E così mettiti al sicuro da questo rimprovero: Che cosa hai che tu non abbia ricevuto? E se hai ricevuto, perché ti glori come se non avessi ricevuto? (1 Cor 4,7).

 

 

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