Dalla Lettera V, “A Osmondo”, monaco di Mortemer di Adamo di Perseigne
La formazione dei novizi
In questi sei elementi consiste indubbiamente tutta la formazione dell’anima devota; durante il tempo della sua pronazione deve esercitarsi in questi sei punti che abbiamo enumerato, e compiuto il tempo della formazione potrà limitarsi ai tre elementi che sono nominati nella formula della professione. Nella professione dei voti solenni, infatti, si promette stabilità, conversione dei costumi e obbedienza secondo la regola, e in questi tre punti che seguono i sei già enumerati, è contenuta una certa perfezione. Per mezzo delle redini della stabilità promessa siamo legati alla greppia celeste come una buona giumenta. Per mezzo della conversione dei costumi diveniamo simili alla purezza degli angeli. Per mezzo dell’obbedienza imitiamogli stessi ministeri degli angeli. La fede e il timore perciò mirano alla fermezza della stabilità. L’attenta sollecitudine del maestro e un’amichevole conversazione spirituale servono a motivare l’offerta dell’obbedienza. Infatti, mentre per mezzo di un colloquio spirituale si mette in fuga il torpore dell’’accidia, o spirito rivive nel fervore dell’’obbedienza. Ancora: penso tu abbia saputo rispondere in modo abbastanza soddisfacente all’ultima domanda che ti ponevi. Spesso, infatti, Dio e quelli che secondo Dio hanno la superiorità sugli altri agiscono in modo da disporre le cose in modo tale che la pazienza di un uomo mansueto sia messa alla prova da chi agisce in modo iniquo. E non è raro che quando questo avviene con animo buono, produce un frutto duplice: nell’uomo paziente a motivo della correzione nasce un aumento di merito, e con quest’esempio viene guarito quello che prima sembrava incorreggibile. Così il Signore permette che l’Apostolo sia schiaffeggiato non solo perché questo schiaffo custodisca in lui l’umiltà, ma perché tutta la Chiesa di Cristo sul suo esempio per acquistare l’umiltà sopporti con animo sereno le prove che vengono da Dio. Lo stesso capo della chiesa, Cristo, non ha sopportato alla luce del sole, colpi, umiliazioni, croce, morte che non aveva meritato, e così per mezzo dell’esempio della sua passione e con il prezzo del suo sangue non ha richiamato dalla morte eterna quelli che erano perduti? Considera anche la pazienza dell’innocente Giobbe. A quante prove schiaccianti, per decisione di Dio, viene sottomesso, non solo per poter così dimostrare che la pazienza del giusto è invincibile, ma perché il mondo infelice possa per i suoi giustissimi esempi possa ricevere un esempio di pazienza verso i propri nemici. Del resto se a volta le prove arrivano per la gloria di Dio, come Cristo Signore nel Vangelo afferma che sia avvenuto per il cieco nato, non è forse perché è utile che l’innocente sia colpito da dolori o direttamente da Ido o da parte dell’uomo, dal momento che la luminosità della sua pazienza fa risplendere la gloria di Dio? Risplenda, dice il Signore, la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5, 16) Così spesso avviene che il maestro riprenda troppo duramente in presenza dei cattivi colui la cui pazienza gli ispira fiducia; il motivo è che vedendo Dio mirabile nei suoi santi (cfr. Sl 67,36) per la pazienza che essi testimoniano e l’innocenza che dimostrano gli uomini cattivi lo vedano e per la tenerezza ispirata dalla compassione vengano trasformati dalla precedente perversità in un altro uomo.
Ecco fratello, spinto dalla tua insistenza, ti ho detto qualcosa, ma forse non ho del tutto risposto alla tua attesa. Da un tenue filo d’acqua non possono fluire acque molto abbondanti. Ma se come affermi, mi ami davvero in Cristo, intercedi ti prego, presso Dio per le mie colpe, e raccomandami in modo particolare a quelli che secondo la coscienza che ne hai, sono toccati e posseduti da un vero amore per Cristo (cristiana pietas). Saluta i tuoi novizi a nome mio ed esortali da parte mia a tendere alla santa novità di vita così da rinunciare con il cuore e con l’anima alla mondana vecchiezza.
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