Dai Sermoni di S. Bernardo
Il frutto della natività del Signore
Benedetto colui che viene nel nome del Signore: Dio, il Signore è nostra luce. Benedetto sia il suo nome glorioso, perché è santo. E non è venuto il Santo che è nato da Maria, ma ha effuso con abbondanza sia il nome, sia la grazia della santità. Senza dubbio per questo Stefano è santo, Giovanni è santo e sono santi anche gli Innocenti. Con una saggia decisione questa triplice solennità accompagna il Natale, in modo che non solo tra solennità vicine si mantenga continua la devozione, ma anche perché possiamo conoscere con maggiore evidenza il frutto della natività del Signore. Occorre riconoscere in queste tre solennità una certa triplice specie di santità; e penso non sia possibile trovare negli esseri umani un quarto genere di santità oltre a questi. In santo Stefano abbiamo sia la realtà sia la volontà del martirio; in san Giovanni abbiamo solo la volontà; nei santi Innocenti solo la realtà. Tutti questi hanno bevuto al calice della salvezza, o contemporaneamente nello spirito e nel corpo, o solo nello spirito, o solo nel corpo.
Stefano sia dunque considerato martire presso gli uomini; la sua passione volontaria si manifestò soprattutto nel fatto che nel momento in cui stava per morire, si preoccupava più per i suoi persecutori che non per se stesso, e l’affetto della compassione era più grande della sofferenza fisica della sua passione, così che piangeva più i loro delitti che non le sue ferite.
Giovanni sia considerato martire presso gli angeli; loro che sono creature spirituali hanno conosciuto con maggior sicurezza i segni della sua consacrazione.
E anche questi Innocenti sono con certezza tuoi martiri; in loro né l’uomo né l’angelo hanno trovato dei meriti; in loro si manifesta con maggior chiarezza un singolare privilegio della tua grazia.
Ricerchiamo dunque la carità e cerchiamo di compiere opere buone, fratelli miei, e non sottovalutiamo in alcun modo i peccati commessi sia per debolezza, sia per ignoranza. Piuttosto, invece, solleciti e con timore di Dio rendiamo grazie al Salvatore infinitamente buono e generoso che, con una carità così sovrabbondante, ha cercato di offrire occasioni per la salvezza dell’uomo, così da rallegrarsi di trovare in alcuni la volontà e l’atto, in altri invece la volontà senza l’atto, in altri ancora poi l’atto senza la volontà, lui che vuole che tutti gli uomini siano salvati a e arrivino alla conoscenza della verità. Questa è la vita eterna: che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
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