Dal Sermone 41 di Isacco della Stella
Una creatura nuova, una vita nuova, un cibo nuovo
Ci sono dunque per gli uomini in un certo senso tre nascite e due risurrezioni. Nasciamo infatti come uomini da uomini mediante uomini in senso carnale, carne da carne; e non c’è nessun testo che chiami questa nascita risurrezione. Rinasciamo da Dio come dei per mezzo dello Spirito in senso spirituale, dove chi è nato dallo Spirito è spirito, e questa è la prima risurrezione e la seconda nascita. Saremo rigenerati poi da corrotti in incorruttibili, da morti in immortali per una potenza celeste, (…) e questa è la terza nascita e la seconda risurrezione. (…)
Come dunque Dio aveva preparato per il primo uomo, prima che nascesse, ciò di cui sostentarsi, così per il secondo, prima che rinascesse ha predisposto ciò di cui nutrirsi. Perciò, prima della sua unica risurrezione, che è figura della nostra prima e modello della seconda, cioè nel giorno del calice, ha trasformato il pane e il vino nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Come infatti del vecchio uomo ha creato l’uomo nuovo, così ha trasformato il vecchio cibo del vecchio uomo in nutrimento nuovo. Ecco, dice, faccio nuove tutte le cose: una creatura nuova, una vita nuova, un cibo nuovo; una nuova nascita, una nuova morte, una nuova risurrezione. Il primo uomo, creato anima vivente, necessita di alimento per non perdere la vita, ma per essere invece grazie ad esso sostentato così da crescere e rafforzarsi nella vita stessa; e dunque l’alimento non è per assumere un’altra vita, ma perché quella che ha non perisca per indigenza: l’anima da sola infatti può donare la vita, ma da sola non la può trattenere. Allo stesso modo la nuova creatura in Cristo, prima che la seconda risurrezione la trasformi in spirito vivificante, ha bisogno dopo la prima rigenerazione di un nutrimento grazie al quale la vita che in essa è stata rigenerata viva, cresca e si fortifichi; non perché, dopo la grazia del battesimo assuma nell’Eucarestia un’altra vita, ma affinché non perda per indigenza quella che ha ricevuta. Veniamo infatti generati e nutriti nella stessa vita con sacramenti diversi; con questi però non giungiamo alla perfezione fino a quando nasciamo una terza volta come spirito vivificante, nel quale è nato o è stato fatto dal sepolcro Cristo, come dice l’apostolo: Il secondo uomo è stato creato spirito vivificante. Allora la carne tutta intera vivrà in modo immediato e sufficiente della sola anima, e l’anima tutta intera vivrà in modo immediato e perfetto di Dio solo, e allora né la carne avrà bisogno di alimenti né l’anima di sacramenti. Allora tutti quelli che sono figli di Dio si sentiranno dire: “Figlio mio tu sei, perché oggi ti ho generato, perché ho completato di generarti. (…) Nel primo stato ti ho creato anima vivente, nel secondo ti ho restaurato in spirito vivificato, nel terzo ti ho portato a perfezione come spirito vivificante, tale che dia vita alla carne senza necessità di alimento, e viva del mio volto senza alcun sacramento.
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