Da “Pietro il Venerabile” di Jean Leclercq
Pietro il Venerabile e l’eucaristia.
(Perciò) i religiosi cluniacensi assistono ogni giorno almeno a una messa cantata; ognuno di essi celebra la messa ogni giorno o quasi e ogni giorno riceve la comunione. Questa pratica era allora poco diffusa: Cluny restava fedele all’antica tradizione e nello stesso tempo anticipava la moderna disciplina; un recente storico della comunione quotidiana ha giustamente ricollegato questo fatto allo zelo di Cluny per la divina liturgia. Ma è altrettanto vero che questa devozione eucaristica era legata anche a una concezione puramente contemplativa della vita monastica. L’amore dei monaci e dell’abate di Cluny per il santo Sacramento doveva trovare la sua espressione nella teologia: Algero di Liegi e Pietro il Venerabile scrissero dei trattati per difendere questo dogma e spiegarne il contenuto. Ma queste idee non rimanevano nel campo dell’astrazione: esse penetravano nella vita. L’esistenza di un monaco era considerata come una preparazione al cielo e le sue occupazioni come un’anticipazione di quelle dei beati. Ora, chi assicura la continuità tra la vita presente e quella futura se non il pane della vita eterna? Pietro il Venerabile aveva l’intima convinzione che non potevano non realizzarsi le parole di Cristo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui», e ancora: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno», Quando parla del monaco Gerardo, che egli considera come un modello, pone la domanda: «In chi si compirà più giustamente la promessa del Signore… che in questo nostro defunto, che finché è vissuto ha sempre ricevuto, per la vita, e quasi ogni giorno, questo pane vivo, cioè il corpo del suo Signore? Vive, io dico, vive nell’eternità chi con il testimonio di una buona coscienza ha sempre mangiato il pane che dà la vita eterna». E ogni volta che Pietro il Venerabile parla dell’eucarestia, lo fa sempre da un punto di vista escatologico, per mostrare in questo sacramento un principio di vita eterna e, per il corpo, il pegno della resurrezione.
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