Da “L’educazione della Vergine” di S. Ambrogio
Proteggi dunque la tua ancella, o Padre di carità e di gloria, perché conservi come in un giardino chiuso e in una fonte sigillata i segni della sua pudicizia, il sigillo della verità, sappia coltivare il suo campo, come lo coltivava il santo Giacobbe vi raccolga il sessanta e anche il cento dei frutti. In mezzo a virtù e alle capacità di questo campo suscita in lei la grazia e ravviva la sua carità. Trovi colui che ha amato, lo trattenga, lo lasci andare, finché non riceva quelle buone ferite d’amore che sono preferite ai baci. Sempre pronta di notte e di giorno vegli con tutta la forza del suo spirito, perché mai il Verbo trovi addormentata. E poiché il suo diletto per mettere a prova il suo amore vuole essere cercato molto frequentemente lo segua mentre corre via, la sua fede esca, e la sua anima dietro la tua parola esca dal corpo e si unisca a Dio. Vegli il suo cuore, dorma la carne, perché non cominci a vegliare malamente per commettere peccati.
Tu, o Signore, aggiungi altri pregi della verginità consacrata, aggiungi una pia e operosa devozione, di modo che e sappia possedere il proprio vaso, sappia essere umile, conservi l’amore, il muro dell’autenticità, il recinto della pudicizia verde dei pini e dei cipressi non abbia maggior durata del suo velo; le tortore non superino la sua pudicizia le colombe la sua semplicità. Nel suo cuore vi sia la semplicità, nelle parole la moderazione, il pudore verso tutti, la pietà verso i parenti, la misericordia verso i bisognosi e i poveri. Segua ciò che è bene, si tenga lontana da tutto ciò che ha la parvenza di male. Scenda su di lei la benedizione del morente e la bocca della vedova la benedica. Poni la tua parola come sigillo sul suo cuore, come sigillo sul suo braccio, che in tutti i suoi sentimenti e in tutte sue opere risplenda Cristo, guardi a Cristo, parli di Cristo; che una gran quantità di acqua non possa eliminare l’amore, e non lo possa nemmeno la spada della persecuzione, nemmeno la morte, ma confermata in ogni parola e buona opera, si rivesta della gloria e viva in questo mondo nella tua grazia. Che tu la santifichi nella verità, la confermi nella virtù, la unisca nella carità e la conduca con il tuo divino favore alla celeste gloria della pudicizia e alla corona illibata e immacolata dell’integrità, perché là segua le orme dell’Agnello.
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