Dall’Anno Liturgico di Dom P. Gueranger
La scuola spirituale, che segue san Benedetto, patriarca dei monaci di occidente, si inizia con san Gregorio Magno e in essa fu tanta la libertà che lo Spirito Santo si prese che si videro donne dotate di spirito profetico non meno degli uomini. (…) Ce ne dà esempio chiarissimo santa Gertrude, la quale vive nello spirito di san Benedetto. Lo spirito della religione cattolica è di naturalezza e di libertà e l’antica scuola ascetica dei Benedettini ebbe questa caratteristica. (…) Sono varie le strade, e ogni strada che conduce a Dio attraverso la riforma di se stesso è buona, ma abbiamo solo voluto dire che chi si affida ai suggerimenti di un santo della vecchia scuola non spreca il tempo e, se incontrerà meno filosofia, meno psicologia sulla sua strada ha il vantaggio di essere conquistato dalla semplicità e autorità delle parole e di essere scosso e subito spinto dalla evidenza del contrasto che esiste tra lui e la santità della sua guida. L’anima che si propone di stringere la sua intimità con Dio e ha raggiunto una rettitudine di intenzione e un sincero raccoglimento, se seguirà santa Gertrude, soprattutto gli insegnamenti della sua settimana di Esercizi, ne ricaverà una felice trasformazione. Possiamo assicurare che ne verrà fuori totalmente diversa e si può pensare che vi tornerà più d’una volta e con piacere, perché ricorda di non essersi affatto stancata e di aver goduto piena libertà di spirito. Così lontana dalla santità, forse sarà rimasta confusa nel trovarsi tanto vicina ad un’anima santa, ma accorgendosi di avere con essa un fine comune, stimerà dovere, abbandonare la via pericolosa delle mollezze, che la porterebbe alla rovina. Se ci chiedono dove ha tratto la santa il fascino, che esercita su chi appena l’ascolta, rispondiamo che il suo segreto sta nella santità. Non si perde ad insegnare a camminare, ma cammina. Un’anima beata discesa dal cielo, per restare qualche tempo fra gli uomini, parlando la lingua della patria in questa terra di esilio, trasformerebbe tutti coloro, i quali avessero la fortuna di ascoltarla. Santa Gertrude, ammessa già quaggiù alla più intima familiarità con il Figlio di Dio, pare abbia qualcosa dell’accento che avrebbe quell’anima ed è questo il motivo per cui le sue parole sono dardi penetranti, che abbattono ogni resistenza in coloro che si collocano a tiro di essi. La sua dottrina, pura ed elevata, rischiara l’intelligenza, ma tuttavia non c’è dissertazione; il cuore si commuove e tuttavia Gertrude parla soltanto a Dio; l’anima si giudica, si condanna, si rinnova nella compunzione e tuttavia Gertrude non si è impegnata, nemmeno per un momento, a collocarla in uno stato artificioso. (…) Tutto esce dalla parola divina, non quella soltanto che udì dallo Sposo celeste, ma anche quella che fu suo nutrimento con la lettura dei libri sacri e con la santa Liturgia. Vivendo nel chiostro, attinse continuamente luce e vita alle sorgenti della verace contemplazione nella quale l’anima si disseta alla fonte di acqua viva, che zampilla dalla divina salmodia e dalla parola ispirata dei divini Uffici. Gertrude è così inebriata di questo celeste liquore che non dice parola senza svelare il fascino che vi ha trovato. La sua vita è così assorbita dalla Liturgia che vediamo sempre nelle sue Rivelazioni il Signore che le appare, che le manifesta i celesti misteri, la Madre di Dio e i Santi che si presentano a lei e conversano a riguardo di un’Antifona, di un Responsorio, di un Introito, che Gertrude sta cantando con delizia e del quale gusta tutto il sapore. Da questo deriva in lei un lirismo continuo, non ricercato, ma che le è divenuto come naturale; un entusiasmo sacro al quale non si può sottrarre, che la porta a scrivere tante pagine nelle quali la bellezza letteraria giunge all’altezza dell’ispirazione mistica. (…) Gertrude dolcemente ci distacca da noi stessi e ci conduce a Cristo, precedendoci da lontano, ma trascinandoci dietro di sé. Gertrude va diritta al cuore dello Sposo, come è giusto, ma noi dobbiamo esserle già molto riconoscenti se ci conduce ai piedi di lui, come Maddalena, pentiti e trasformati.
(…) O rivelatrice del Sacro Cuore, quale miglior preghiera potremmo fare in tuo onore di quella che facciamo, volgendoci al Figlio della Vergine benedetta e dicendo con te : “Luce vespertina dell’anima mia, Mattino fulgente del più dolce chiarore, diventa giorno in me. Amore che rischiari e divinizzi, vieni a me con la tua potenza, vieni e sciogli tutto il mio essere. Distrutta in ciò che sono io, fa’ che io sia tutta in te e più non viva nel tempo, ma ti sia unita per l’eternità. (…)
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