Giovanni Paolo II
Lettera apostolica Amantissima providentia
L’esperienza umana e divina
L’amabile provvidenza divina si manifesta in vari modi protagonista della storia, accendendo sempre nuove luci sul cammino dell’uomo. Spesso sceglie per questo delle persone apparentemente disadatte e ne eleva talmente le facoltà native, da renderle capaci di azioni assolutamente superiori alla loro portata. E questo fa non tanto per confondere la sapienza dei sapienti (1Cor 1,19), quanto per mettere in luce la sua opera, che non ha bisogno di sostegni umani, e per indicare più chiaramente agli uomini a quale dignità li eleva la sua grazia e a quali grandezze ancora maggiori può e vuole condurli la sua guida. Ciò è particolarmente evidente nella vita e nelle opere di santa Caterina da Siena, (…). In lei infatti il divino Spirito fece risplendere meravigliosi arricchimenti di grazia e di umanità, per mezzo dei doni di sapienza, d’intelletto e di scienza, coi quali la mente umana diventa estremamente sensibile alle divine ispirazioni, «nella conoscenza delle cose divine e delle umane». (…) Giovanissima, già si distingueva per la carità verso i poveri e gli ammalati, la pazienza nel sopportare le maldicenze degli uomini e le battaglie interiori col demonio, la saggezza e l’umiltà degli atteggiamenti e dei pensieri. Intanto si esercitava in un coraggioso programma ascetico, basato su criteri efficienti, che avrebbe più tardi inculcati ai suoi discepoli: «Non lasciar passare i movimenti (della natura disordinata) che non siano corretti». (…) Il Signore la istruiva, come un maestro con la sua alunna, e le scopriva a grado a grado «quelle cose che sarebbero state utili all’anima sua».
Il progresso spirituale culminò con lo sposalizio nella fede, che poteva sembrare il sigillo di una vita votata all’isolamento e alla contemplazione. Invece il Signore, nel darle l’anello invisibile, intendeva unirla a sé nelle imprese del suo regno. La popolana ventenne vedeva ciò in termini di separazione dallo Sposo celeste, ma egli invece la rassicurava che intendeva stringerla di più a sé «mediante la carità del prossimo», cioè contemporaneamente sul piano della mistica interiore e su quello dell’azione esteriore o della mistica sociale, com’è stato detto. (…) L’impulso del maestro divino svelò in lei come un’umanità d’accrescimento. Per lei, figlia d’artigiani e donna senza lettere, cioè senza scuola né istruzione, la visione del mondo e dei suoi problemi superò enormemente i limiti del suo quartiere, fino a progettare la sua azione in termini mondiali. Al suo ardire non c’eran più limiti, né alla sua ansia per la salvezza degli uomini.
Views: 5