Dalle Lettere di san Padre Pio
(…) Perché mai noi viviamo? Dopo la consacrazione che abbiamo fatto di noi nel battesimo, noi siamo tutti di Gesù Cristo. Quindi ogni anima cristiana dovrebbe aver familiare il detto di questo santo Apostolo: «Il mio vivere è Cristo», io vivo per Gesù Cristo, vivo alla sua gloria, vivo a servirlo, vivo per amarlo. E quando Dio ci voglia togliere la vita, il sentimento, l’affetto che dovremmo avere dovrebbe essere appunto quello di chi dopo la fatica va a prendere la mercede, di chi dopo il combattimento va a ricevere la corona.
Gustiamo sì, gustiamo, o mia cara Raffaelina, assaporiamo quest’altissima disposizione di anima di un tanto apostolo! Sì, è purtroppo vero, che tutte le anime che amano Dio a tutto sono pronte per amor dello stesso Dio, avendo ferma la speranza che il tutto tornerà in loro bene. Disponiamoci sempre a riconoscere in tutti gli eventi della vita l’ordine sapientissimo della divina provvidenza, adoriamone e disponiamone la nostra volontà a sempre ed in tutto uniformarla a quella di Dio, che così glorificheremo il Padre celeste ed il tutto ci sarà vantaggioso per la vita eterna. (…) L’apostolo si rallegra al pensiero che in niuna cosa sarà confuso ed in nessun modo verrà giammai meno al suo dovere di apostolo di Gesù Cristo. Si rallegra pure che Gesù sempre sarà esaltato nel suo corpo in mezzo anche a tutte le catene dalle quali è avvinto. Se vivrà, egli esalterà Gesù Cristo per mezzo della sua vita e della sua predicazione, anche stando in carcere, come purtroppo aveva fatto fino allora col predicare Gesù Cristo a quei del pretorio; se sarà martirizzato poi, glorificherà Gesù Cristo col rendergli la suprema testimonianza del suo amore. Quindi dichiara apertamente che il suo vivere è Cristo, il quale è come l’anima ed il centro di tutta la sua vita, il movente di tutte le sue operazioni, il termine di tutte le sue aspirazioni. E dopo d’aver detto che il suo vi- vere è Gesù Cristo, aggiunge pure che il morire è un guadagno per lui, perché col suo martirio darà solenne testimonianza a Gesù nel suo amore, renderà la sua unione con quella di Gesù più indissolubile, ed accrescerà pure la gloria che egli si aspetta.
Che ne dite, o Raffaelina, di un simile parlare? Le anime mondane, siccome non hanno nessuna cognizione di gusti soprannaturali e celesti, nel sentire un simile linguaggio muove loro le risa ed hanno ragione! perché l’uomo animale, dice lo Spirito Santo, non percepisce quelle cose che sono di Dio. Esse, poverine, che non hanno altri gusti che di fango e di terra, non sanno farsi concetto della beatitudine, che le anime spirituali dicono di provare nel patire e nel morire per Gesù Cristo.
Oh quanto meglio, se invece di fare le loro meraviglie e muoverne le risa, si chiamassero in colpa e ammirassero con silenzioso rispetto almeno, lo slancio affettuoso di queste anime che hanno un cuore ardentissimo di amore divino!
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