Da un Messaggio di san Giovanni Paolo II
Ministro della parola di Dio (cfr Lc 1, 2), Luca ci introduce alla conoscenza della luce discreta ed insieme penetrante che da essa promana illuminando la realtà e gli eventi della storia. Il tema della parola di Dio, filo d’oro che attraversa i due scritti che compongono l’opera lucana, unifica anche le due epoche da lui contemplate, il tempo di Gesù e quello della Chiesa. Quasi narrando la “storia della parola di Dio”, il racconto di Luca ne segue la diffusione, dalla Terra Santa fino ai confini del mondo. Il cammino proposto dal terzo Vangelo è profondamente segnato dall’ascolto di questa parola che, come seme, dev’essere accolta con bontà e prontezza di cuore, superando gli ostacoli che le impediscono di attecchire e portare frutto (cfr Lc 8,4-15).
Un aspetto importante che Luca evidenzia è il fatto che la parola di Dio misteriosamente cresce e si afferma anche attraverso la sofferenza e in un contesto di opposizioni e di persecuzioni (cfr At 4,1-31; 5,17-42; passim). La parola che san Luca addita è chiamata a farsi, per ogni generazione, evento spirituale capace di rinnovare l’esistenza. La vita cristiana, suscitata e sorretta dallo Spirito, è dialogo interpersonale che si fonda proprio sulla parola che il Dio vivente ci rivolge, chiedendoci di accoglierla senza riserve nella mente e nel cuore. Si tratta in definitiva di diventare discepoli disposti ad ascoltare con sincerità e disponibilità il Signore, sull’esempio di Maria di Betania, la quale “ha scelto la parte migliore”, perché “sedutasi ai piedi di Gesù ascoltava la sua parola” (cfr Lc 10,38-42).
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Per Luca esser cristiani significa seguire Gesù sulla via che Egli percorre (Lc 19,57; 10, 38; 13, 22; 14, 25). E’ Gesù stesso che prende l’iniziativa e chiama a seguirlo, e lo fa in modo deciso, inconfondibile, mostrando così la sua identità del tutto fuori dal comune, il suo mistero di Figlio, che conosce il Padre e lo rivela (cfr Lc 10,22). All’origine della decisione di seguire Gesù vi è l’opzione fondamentale in favore della sua Persona. Se non si è stati affascinati dal volto di Cristo è impossibile seguirlo con fedeltà e costanza, anche perché Gesù cammina per una via impervia, pone condizioni estremamente esigenti e si dirige verso un destino paradossale, quello della Croce. Luca sottolinea che Gesù non ama compromessi e richiede l’impegno di tutta la persona, un deciso distacco da ogni nostalgia del passato, dai condizionamenti familiari, dal possesso dei beni materiali (cfr Lc 9,57-62; 14,26-33).
L’uomo sarà sempre tentato di attenuare queste esigenze radicali e di adattarle alle proprie debolezze, oppure di desistere dal cammino intrapreso. Ma è proprio su questo che si decide l’autenticità e la qualità della vita della comunità cristiana. Una Chiesa che vive nel compromesso sarebbe come il sale che perde il sapore (cfr Lc 14,34-35).
Occorre abbandonarsi alla potenza dello Spirito, capace d’infondere luce e soprattutto amore per Cristo; occorre aprirsi al fascino interiore che Gesù esercita sui cuori che aspirano all’autenticità, rifuggendo dalle mezze misure. Questo è certo difficile per l’uomo, ma diventa possibile con la grazia di Dio (cfr Lc 18,27). D’altra parte, se la sequela di Cristo implica che si porti ogni giorno la Croce, questa a sua volta è albero di vita che conduce alla risurrezione. Luca, che accentua le esigenze radicali della sequela di Cristo, è anche l’Evangelista che descrive la gioia di coloro che diventano discepoli di Cristo (cfr Lc 10,20; 13,17; 19,6.37; At 5,41; 8,39; 13,48).
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