San Gregorio Magno (m)

San Gregorio Magno (m)

Quando:
3 Settembre 2020 h. 3:15 – 4:15
2020-09-03T03:15:00+02:00
2020-09-03T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Commento morale a Giobbe di Gregorio Magno (XXVIII,22-23)

 

Amministratori della multiforme grazia di Dio

Si dispensa bene la multiforme grazia, quando si considera il dono ricevuto anche di colui che questo non ha, quando lo si considera donato in vista di colui al quale si elargisce in questo senso Paolo dice: “Mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri”.  La carità ci rende liberi dal giogo della colpa, quando per amore, mediante il nostro servizio, ci sottomette gli uni agli altri, quando consideriamo nostri anche i beni degli altri e presentiamo agli altri i nostri come se offrissimo cose loro. Così Paolo dice ancora: “Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato?”. E poco dopo: “Se fosse tutto un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo”

Che cos’è infatti la santa chiesa, se non il corpo del capo divino? In essa uno è l’occhio per vedere le cose alte, un altro è la mano per operare bene, un altro è il piede per arrivare lontano, un altro è l’orecchio per ascoltare la voce dei divini” insegnamenti, un altro è il naso per distinguere la fragranza dei buoni odori dal fetore di quelli cattivi. Scambiandosi vicendevolmente i doni ricevuti, a somiglianza delle membra del corpo, costoro realizzano, mediante l’apporto di tutti, un solo corpo; e compiendo nella carità funzioni diverse, impediscono che sia diverso il corpo di cui fanno parte. Se tutti adempissero alla medesima funzione non sarebbero un corpo formato da molte membra, perché non sarebbe compatto in modo molteplice, se non lo tenesse unito la concorde diversità delle membra.

 

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