Dall’Araldo del divino Amore di S. Geltrude
Il riposo sul cuore di Cristo
Nella solennità di s. Giovanni Apostolo, mentre Geltrude assisteva con maggior divozione a Mattutino, il discepolo che Gesù tanto teneramente amava, (e che perciò deve essere da tutti particolarmente amato), le apparve colmandola di tenerezza. Ella gli raccomandò parecchie Consorelle che si erano affidate alle sue preghiere: il Santo ricevette benevolmente i voti di tutti, dicendo: «Io assomiglio al mio Signore, amo quelli che mi amano». Geltrude insistette: «Quale grazia potrò io ottenere in questa dolce solennità?». Rispose il Santo: «Vieni meco, tu che sei l’eletta del mio Dio. Riposiamo insieme sul seno di Gesù, dove sono racchiusi i tesori tutti del cielo». Così dicendo la condusse davanti al Redentore e la dispose in modo che il capo di Geltrude riposasse alla destra, ed il suo alla sinistra del petto di Gesù.
Mentre entrambi riposavano soavemente sul Cuore divino, Giovanni, segnando con rispettosa tenerezza il petto di Gesù Cristo, disse: «Ecco il Santo dei Santi che a se attrae tutto il bene del cielo e della terra». Allora Geltrude chiese a Giovanni perché mai avesse scelto il lato sinistro, lasciando a lei il destro. Gli rispose: «Ho scelto la parte sinistra, perché, avendo vinto le battaglie della vita, sono diventato un unico spirito con Dio, e posso penetrare là, dove non può giungere la carne. Ti ho posta all’apertura del divin Cuore, perché, vivendo tu ancora in terra, non avresti potuto penetrare i segreti nascosti ai aviatori mentre là, ti sarà facile attingere la dolcezza e le consolazioni che la forza del divino amore diffonde continuamente su coloro che ne mostrano il desiderio».
Intanto i battiti del Cuore di Gesù rapivano l’anima di Geltrude. «O prediletto del Signore», chiese ella a S. Giovanni, «questi palpiti armoniosi che allietano tanto l’anima mia, letiziarono anche la tua quando riposasti, durante la Cena, sul petto del Salvatore?». «Sì, li sentii e la soavità loro passò l’anima mia fino alla midolla, come il profumato idromele impregna della sua dolcezza un morsello di pane fresco; di più l’anima mia divenne ardente, come vaso posto su di un fuoco violento». Riprese Geltrude: «Come mai dunque, nel Vangelo, hai lasciato solo intravvedere i segreti amorosi del Cuore di Cristo, celando sotto silenzio quello che pure avrebbe servito per il profitto delle anime?». Rispose egli: «Il mio ministero, in quei primi tempi della Chiesa, doveva limitarsi a dire sul Verbo divino, Figlio eterno del Padre, poche altissime parole che l’intelligenza umana potesse sempre meditare, senza mai esaurirne la ricchezza; agli ultimi tempi era riservata la grazia di sentire la dolce eloquenza dei battiti del Cuore di Gesù. A questa intuizione suprema il mondo invecchiato ringiovanirà, si scuoterà dal torpore e verrà infiammato dal fuoco del divino amore».
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