Da L’Anno liturgico di Dom Prosper Gueranger
La notte è passata sul sepolcro ove giace il corpo dell’uomo-Dio. Ma se la morte trionfa nell’oscuro fondo d’una grotta silenziosa e imprigiona tra le sue pareti colui che dà la vita agli esseri, il suo trionfo sarà breve. Hanno un bel vegliare i soldati all’ingresso della tomba! Non potranno mai impedire al divino prigioniero di spiccare il suo volo. I Santi angeli adorano con profonda devozione ilo corpo esanime di Colui che con il suo sangue ha “pacificato il cielo e la terra”. Il suo corpo, solo per poco separato dall’anima, è rimasto unito al verbo; solo un momento l’anima ha cessato di animarlo, senza perdere l’unione con il Figlio di Dio. Il sangue sparso sul Calvario è pure rimasto unito alla divinità e ricomincerà a scorrere nelle vene dell’uomo – Dio, non appena scoccherà il momento della sua risurrezione.
Avviciniamoci anche noi alla sua tomba e veneriamo la spoglia divina di Gesù. Ora comprendiamo gli effetti del peccato, “per il quale entrò la morte nel mondo, e la morte s’è estesa a tutti gli uomini”. Gesù “che non conobbe peccato” ha tuttavia permesso che la morte estendesse il suo dominio sopra di lui per diminuirne gli orrori e restituirci, con la sua risurrezione, l’immortalità perduta per il peccato. Adoriamo con la massima riconoscenza quest’ultimo annientamento del Cristo che, con la sua incarnazione, si degnò di prendere la “forma di schiavo”, e ora c’è abbassato ancora di più. Eccolo senza vita in una tomba! Se tale spettacolo ci rivela la spaventosa potenza della morte, ben più ci mostra l’immenso e incomprensibile amore di Dio per l’uomo: un amore che ha superato qualsiasi eccesso, sì da poter dire che il Figlio di Dio tanto più ci ha glorificati quanto più s’è abbassato. Come dunque ci dovrà essere cara la tomba che genera alla vita! E come dobbiamo ringraziarlo, non solo per aver voluto morire per noi sulla Croce, ma anche per aver abbracciata, per amor nostro, l’umiliazione del sepolcro! (…)
Ti salutiamo e ti adoriamo, anima santissima del nostro Redentore, durante le ore che ti degnasti di passare insieme coi nostri padri; glorifichiamo la tua bontà e ammiriamo la tua tenerezza verso gli eletti; ti ringraziamo per aver umiliato il nostro terribile nemico: degnati di schiacciarlo sempre sotto i nostri piedi.
O Emmanuele, (…) il cielo e la terra aspettano la tua risurrezione; già la Chiesa è impaziente di rivedere il suo sposo. Esci dal sepolcro, autore della vita! Trionfa sulla morte e regna in eterno!
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