Da “Vocazione dell’uomo e della donna secondo l’ordine della natura e della grazia” di Edith Stein
Sul problema difficile e contestato del sacerdozio della donna
(…) Cristo è venuto sulla terra come figlio dell’uomo, e la prima creatura strutturata in modo eminente a immagine di Dio fu un uomo. Ciò mi pare una dimostrazione che i rappresentanti ufficiali del Signore sulla terra debbano essere uomini. Ma egli ha voluto legarsi a una donna tanto strettamente, quanto a nessun altro essere sulla terra; l’ha tanto conformata alla propria immagine, come nessun altro essere umano prima o poi; e le ha dato per l’eternità un posto nella Chiesa cui nessun altro può aspirare; così egli in tutti i tempi ha chiamato delle donne alla più stretta unione con lui, affinché annunciassero il suo amore, proclamassero la sua volontà a re e papi, preparassero le vie del suo regno nei cuori degli uomini. Non vi è vocazione più eccelsa della Sponsa Christi, e colei cui egli apre questa via non deve certo desiderarne altre.
Essere tutti di Dio, donarsi a lui, al suo servizio, per amore, è questa la vocazione, non solo di alcuni eletti, ma di ogni cristiano; o consacrato, o uomo, o donna… ognuno è chiamato alla sequela di Cristo. E più ciascuno avanza su questa via, più diventerà simile a Cristo, poiché Cristo personifica l’ideale della perfezione umana libera da ogni difetto e unilateralità, ricca dei tratti caratteristici sia maschili che femminili, libera da ogni limitazione terrena, i suoi seguaci fedeli vengono sempre più elevati al di sopra dei confini della natura. Per questo vediamo in uomini santi una bontà e una tenerezza femminile, una cura veramente materna per le anime loro affidate; e in donne sante un’audacia, una prontezza e decisione veramente maschili.
Così la sequela di Cristo porta a sviluppare in pieno l’originaria vocazione umana: essere vera immagine di Dio; immagine del Signore del creato, conservando, proteggendo e incrementando ogni creatura che si trova nel proprio ambito; immagine del Padre, generando e educando – per paternità e maternità spirituale – figli per il Regno di Dio. L’elevazione al di sopra dei limiti della natura, che è l’opera più eccelsa della grazia, non può certo venir raggiunta con una lotta individuale contro la natura o con la negazione dei suoi confini, ma solo mediante l’umile soggezione al nuovo ordine donato da Dio.
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