S. Mattia Apostolo (f)

S. Mattia Apostolo (f)

Quando:
14 Maggio 2025 h. 3:15 – 4:30
2025-05-14T03:15:00+02:00
2025-05-14T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dalle Omelie di Giovanni Paolo II

 

 “Come io ho osservato i comandamenti del Padre mio, e rimango nel suo amore” (Gv 15, 10).

 

Gli Atti degli apostoli ci ricordano oggi la scelta dell’apostolo Mattia designato per occupare il posto rimasto vacante in seguito al tradimento e alla morte di Giuda. La Chiesa festeggia San Mattia, inserito nel gruppo dei Dodici con questa elezione, poco dopo la partenza di Cristo Gesù. Questo è un avvenimento molto significativo. Seguendo la tradizione dell’antica alleanza, in cui Dio si è legato alle dodici tribù di Israele, il Cristo ha chiamato dodici apostoli. Dopo l’ascensione, la Chiesa apostolica primitiva ha considerato suo dovere ristabilire questo numero che, nell’economia divina, aveva avuto tanto rilievo ed era stato santificato. E l’elezione designò un uomo che, come gli altri apostoli, era stato “testimone della risurrezione del Cristo”. È questa la condizione essenziale. Mattia è stato testimone del modo in cui Gesù “ha osservato i comandamenti del Padre ed è rimasto nel suo amore” (cf. Gv 15, 10). Ormai egli testimonierà che, in risposta, il Padre ha glorificato Gesù risuscitandolo. In ogni epoca, i successori degli apostoli e i missionari sono andati a portare questa testimonianza del Cristo in nuovi luoghi, presso altri popoli. (…)

Abbiamo ascoltato le parole di Gesù nella veglia della sua passione: “Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore” (Gv 15, 10). Quali sono questi comandamenti?

Prima di tutto il comandamento dell’amore fraterno: il Cristo desidera che, osservando il suo comandamento, amandosi gli uni gli altri come egli stesso li ama, i suoi discepoli siano strettamente uniti tra loro e allo stesso tempo uniti a suo Padre. (…) Non esiste altro modello o altro appoggio per la Chiesa all’infuori di colui che “ci ha amati come il Padre l’ha amato”.

Il Cristo ha chiamato, innanzitutto, i Dodici a condividere l’amore che egli vive pienamente nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito. Essi dovevano costituire il centro della nuova comunità, la comunità della vita divina in mezzo agli uomini. Ed è stato partendo sempre da questo modello che si è costruita la Chiesa attraverso i secoli.

Oggi il Cristo ci chiama, a sua imitazione, ad aprire la nostra vita agli altri con il dono di noi stessi e a conoscere così la felicità di una generosità feconda. Non solo ci svela il meraviglioso mistero della Trinità e dello scambio ininterrotto d’amore tra le persone divine, ma ci invita a vivere a nostra volta lo stesso scambio in cui il dimenticarsi di se stessi porta a donare tutto all’altro, dove non si tiene per proprio esclusivo beneficio la vita ricevuta da Dio, ma la si offre al Signore condividendo i molteplici doni con il proprio prossimo. (…).

 

 

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