S. Lutgarda N.O. (m)

S. Lutgarda N.O. (m)

Quando:
16 Giugno 2020 h. 3:15 – 4:15
2020-06-16T03:15:00+02:00
2020-06-16T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da Nella valle dell’assenzio. Santi e beati cistercensi dell’età d’oro di Thomas Merton

 

(…) Anche prima che entrasse nel monastero cistercense di Awières e quando era ancora una monaca benedettina a santa Caterina di Touyres, la santità di Lutgarda e i suoi doni mistici le avevano dato un’ampia reputazione, e possiamo leggere di personaggi secolari ed ecclesiastici importanti che percorrevano lunghe distanze per visitarla e consultarla. Così in Santa Lutgarda abbiamo l’esempi odi una vocazione molto straordinaria e speciale, la vocazione di un’anima chiamata in modo particolare da Cristo a una vita di intima unione con Lui nelle sue sofferenze in riparazione per i peccati. La grande affluenza di grazie, cosiddette gratis datae e l’intimo personale controllo della sua vita da parte di Gesù nella sua Sacra Umanità che le appariva visivamente e quasi quotidianamente, la pone in un certo modo al di là dell’orbita delle vocazioni cistercensi ordinarie.

La sua storia è ciononostante per molti aspetti sia più istruttiva e più ricca di ispirazione per un certo tipo di anima cristiana che non le vite più oscure e meno drammatiche di alcuni dei nostri grandi santi. Al primo posto essa pone, in modo più costringente e vivace per l’immaginazione la vicinanza di Gesù all’umanità e il suo intenso desiderio di diffondere le sue grazie speciali sulle anime. In secondo luogo ci ricorda con grande forza che tutti noi siamo chiamati a soffrire in unione con le sofferenze di Cristo nel suo Corpo, la Chiesa, per riparare i peccati e guadagnare grazie per i peccatori. L’eroismo straordinario di qualcuno come santa Lutgarda ha il senso, nel piano di Dio, di ispirare a ciascuno di noi nel suo modo personale di seguir e il suo esempio di sacrificio di sé nel miglior modo che ci è possibile, anche se fosse solo un modo per accettare la comune routine della vita religiosa nello spirito con cui lei accettò le sue sorprendenti sofferenze preternaturali. Un’altra cosa è che Santa Lutgarda e le mistiche sue contemporanee rappresentano un nuovo sviluppo nella pietà cristiana. Da nessuna parte prima del loro tempo troviamo un’affermazione così chiara e radicale degli ideali di abbandono e di vittima con Gesù nel senso in cui sono divenuti familiari per i cattolici moderni, anche se fin dal tempo dei primi Apostoli e specialmente di an Paolo tutti i grandi santi hanno praticato entrambi queste caratteristiche essenziali del cristianesimo.

Con santa Lutgarda e le mistiche del tredicesimo secolo la principale novità è la loro insistenza sul carattere eminentemente passivo di queste sofferenze e sull’intensità dell’unione personale con l’Umanità di Cristo, nello sposalizio con Lui nella sofferenza. In una parola,  è con queste mistiche che cominciamo a vedere in larga misura nella Chiesa che la sede di sofferenza con un costante, impaziente e insaziabile desiderio di morire per Cristo, non cerca il martirio nell’arena, ma piuttosto si offre a Gesù, supplicando e persino provocandolo a lasciar effondere su di loro un mare di sofferenze di Sua scelta, interiore o esteriori, che  culminano in una morte d’amore e per amore.

 

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