Dal “Dialogo sul sacerdozio” di S. Giovanni Crisostomo
Se uno considera cosa significhi per un uomo rivestito tuttora di carne e di sangue poter avvicinarsi alla beata e illibata natura degli angeli, potrà comprendere quale sia l’onore che la grazia dello Spirito Santo ha conferito ai sacerdoti. Per mezzo loro, infatti, oltre alle cose di cui abbiamo parlato, se ne compiono altre niente affatto inferiori, sia per la dignità intrinseca, sia per la loro incidenza sulla nostra salvezza.
Persone che abitano sulla terra e su di essa conducono la propria esistenza, hanno ricevuto l’incarico di amministrare cose celesti e hanno avuto un potere che Dio non diede mai né agli angeli né agli arcangeli. Disse infatti a loro: Tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo (Mt 18, 18). Anche chi comanda sulla terra ha il potere di legare, ma solo riguardo ai corpi. Nel nostro caso invece il potere di legare giunge all’anima e travalica anche i cieli, poiché ciò che fanno i sacerdoti quaggiù, Dio lo ratifica lassù e il Signore conferma la sentenza dei servi. Cosa significa questo se non aver loro concesso ogni potere celeste? A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, non rimessi resteranno (Gv 20, 23). Che cosa è più grande di questo potere? Il Padre ha affidato al Figlio ogni giudizio: vedo che tutto ciò è stato dal Figlio consegnato ai sacerdoti. Come se già si fossero trasferiti nei cieli, si fossero spogliati della natura umana e liberati dalle nostre passioni, sono stati elevati a una dignità così eccelsa. Mettiamo che un re conferisca a uno dei suoi sudditi il potere di gettare in prigione quelli che vuole e similmente il potere di liberare: costui sarà certamente invidiato e rispettato da tutti. E chi riceve da Dio un potere tanto più grande di questo quanto il cielo vince in dignità la terra e le anime i corpi, si potrà pensare che abbia ricevuto un onore da niente, sicché si possa credere che uno di coloro cui sono stati affidati questi poteri arrivi a disprezzare un dono così grande? Lungi da noi simile pazzia! Sarebbe follia manifesta disprezzare una dignità senza la quale per noi non ci può essere salvezza, né il raggiungimento dei beni promessi. Se infatti nessuno può entrare nel regno dei cieli se non rinasce dall’acqua e dallo Spirito e chi non mangia la carne del Signore e non beve il suo sangue viene escluso dalla vita eterna, e tutto ciò non si può compiere che attraverso le sante mani dei sacerdoti, come si potrà senza di quelle sfuggire al fuoco della Geenna ed ottenere le corone che ci attendono?
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