S. Geltrude O.N.  (m)

S. Geltrude O.N. (m)

Quando:
16 Novembre 2024 h. 3:15 – 4:15
2024-11-16T03:15:00+01:00
2024-11-16T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dall’Araldo del divino Amore di s. Geltrude (I, I)

 

La donna che teme Dio sarà lodata

 

Tanti maestri subirono l’incanto ed apprezzarono le opere di s. Geltrude, sia per l’agilità dell’esposizione, sia perché infiorate e profumate dai detti della S. Scrittura che loro danno un pregio elevatissimo, specialmente allo sguardo dei teologi e delle anime pie. É quindi evidente che tali produzioni non sono il frutto dello spirito umano, ma della grazia celeste, di cui Geltrude era ricolma.

Per non dare a queste lodi un senso puramente umano, aggiungeremo qui un titolo che merita di essere esaltato. La Sacra Scrittura non dice forse: «La grazia esterna inganna e la bellezza è fallace: solo la donna che teme il Signore sarà lodata»? (Prov. XXXI, 30).

Ella era una fortissima colonna della Religione, zelante difesa della giustizia e della verità, tanto che si può applicarla quello che si disse del grande Sacerdote Simone, nel libro della Sapienza: «Ha sostenuto la causa durante la vita» cioè la Religione «ed ha durante i suoi giorni assodato il tempio» (Eccl. L, I), cioè con esempi e consigli, ha riscaldato il sacro tempio della divozione, eccitando nelle anime vivo fervore. Possiamo dunque ripetere che durante il suo terreno pellegrinaggio, «i pozzi hanno riversato le loro acque», perché nessuno più di Geltrude ha diffuso ampiamente le onde di una salutare dottrina.

Ella aveva parola dolce e penetrante, linguaggio eloquente, persuasivo, efficace e così colmo di grazia da meravigliare coloro che l’ascoltavano, parecchi dei quali affermarono che sentivano vibrare lo spirito di Dio, ne’ suoi discorsi, sì da esserne inteneriti nel cuore e trasformati nella volontà. Infatti «la parola viva ed efficace, più penetrante di una spada a due tagli, la quale divide l’anima dallo spirito» (Ebr. IV, 12) abitava in essa, operando tali meraviglie. Agli uni essa ispirava quel sincero pentimento che guida all’eterna salvezza, agli altri la luce per conoscere Dio ed approfondire la propria miseria; ad altri ancora dava sollievo e conforto, infine in molti accendeva la fiamma del divino amore.

Parecchie persone esterne, che l’avevano accostata una sola volta, assicuravano d’averne provato dolcezze ineffabili. Però, quantunque possedesse a dovizia i doni che piacciono al mondo, non bisogna concludere che, quanto si racconta in questo libro, sia il frutto del suo ingegno naturale (…). Tutto in essa procedeva dalla sorgente della divina Sapienza, diffusa nell’anima sua da quello Spirito Santo, «che soffia dove vuole (Giov. III, 8), quando vuole, per chi vuole e ciò che vuole, secondo la convenienza dei tempi, dei luoghi, delle persone.

 

 

Views: 4