S. Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia (f)

S. Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia (f)

Quando:
4 Ottobre 2022 h. 3:15 – 4:15
2022-10-04T03:15:00+02:00
2022-10-04T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da un discorso di San Giovanni XXIII

 

 

Due nomi luminosi segnano il punto di arrivo ad Assisi e il centro ideale di questa città: alla soglia Santa Maria degli Angeli; al vertice il colle del Paradiso, risonante del nome di Francesco. Oh! Franciscus pauper et humilis, caelum dives ingreditur! Questo intreccio soave di celesti splendori basta ad esprimere subito la tenerezza di cui son riboccanti i cuori. (…) Oh! Maria, regina Angelorum! Di qua, tu ci mostri la via del Paradiso, che questo colle raffigura mirabilmente; ed accendi il comune entusiasmo per la celebrazione del Concilio Ecumenico, che vuol essere una vera e grande festa del cielo e della terra; degli angeli, dei santi e degli uomini: ad onore tuo e del tuo castissimo sposo San Giuseppe, ad onore di S. Francesco e di tutti i Santi; e a lode e a trionfo, nelle anime e nei popoli, del Nome e del Regno di Gesù Cristo, redentore e maestro del genere umano.

San Francesco che ha compendiato in una sola parola il ben vivere, insegnandoci come dobbiamo valutare gli avvenimenti, come metterci in comunicazione con Dio e con i nostri simili. Questa parola dà il nome a questo colle che incorona il sepolcro glorioso del Poverello: — Paradiso, Paradiso! (…) richiamo e pregustamento di Paradiso sulla terra è la dignità e santità della vita. Innanzitutto questo conta, questo ha valore assoluto: conoscere Dio, seguirne i precetti; accogliere i frutti della redenzione; e camminare, camminare in iustitia et sanctitate coram ipso, omnibus diebus nostris. Su questa e non altra base si innalza l’edificio della civiltà; da questa vera grandezza della virtù praticata e della santità desiderata con ardore, l’uomo è in grado di usare rettamente il dono della libertà, fino a realizzare la giustizia, fino a preservare e a costruire la pace.

(…) Il possesso di Dio fu dapprima il sogno, poi la meta di Francesco d’Assisi. Da giovanetto egli aveva tutto, ma niente gli bastava. Volle darsi al Signore, per possedere Dio quanto più intensamente possibile; e per arrivare a tanto, egli si spogliò di tutte le cose terrene. (…) Ancor oggi, e sempre, l’ideale della santità, nel sacerdozio, nella vita religiosa e missionaria, nelle molteplici forme dell’apostolato dei laici, ha un fascino ed un attraimento nelle anime giovanili che, alla vigilia del Concilio Ecumenico, di qua, da questo sacro colle, Noi amiamo incoraggiare e benedire. (…) Sì, venerabili Fratelli e diletti figli. Paradiso sulla terra è l’uso moderato e saggio delle cose belle e buone, che la Provvidenza ha sparso nel mondo, esclusive di nessuno, utili a tutti.

Ci si chiede: perchè Iddio ha dato ad Assisi questo incanto di natura, questo splendore di arte, questo fascino di santità, che è come sospeso nell’aria, e che i pellegrini e i visitatori avvertono quasi sensibilmente? La risposta è facile. Perchè gli uomini, attraverso un comune ed universale linguaggio, imparino a riconoscere il Creatore e a riconoscersi fratelli gli uni gli altri. (…) Sia pace nella concordia, nella comunicazione scambievole, da un capo all’altro del mondo, delle immense ricchezze di vario ordine e natura, che Dio ha affidato all’intelletto, alla volontà, alla indagine degli uomini, affinchè la giusta ripartizione segni l’ascesa di quei principi di socialità che sono da Dio e a Dio riportano.

Nel duro sasso di questo colle del Paradiso riposano le ossa del Santo che tutto il mondo venera. (…) Città santa di Assisi, tu sei rinomata in tutto il mondo per il solo fatto di aver dato i natali al Poverello, al Santo tuo, tutto serafico in ardore. Possa tu comprendere questo privilegio e offrire alle genti lo spettacolo di una fedeltà alla tradizione cristiana, che sia anche per te motivo di vero ed intramontabile onore.

Tu, Italia diletta, alle cui sponde venne a fermarsi la barca di Pietro — e per questo motivo, primieramente, da tutti i lidi vengono a te, che sai accoglierle con sommo rispetto e amore, le genti tutte dell’universo — possa tu custodire il testamento sacro, che ti impegna in faccia al cielo e alla terra. Popoli tutti dell’antico e del nuovo mondo, tutti dilettissimi al nostro cuore di Padre! Sappiate leggere nel libro di Dio la comune missione di civiltà e di pace cui egli, in forme diverse, vi ha predestinati e vi vuole applicati con larghezza di concezioni luminose e pacifiche, verso nuove mete di vera grandezza spirituale.

 

 

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