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Italia
Dal discorso 192 di S. Agostino Sul Natale del Signore (1,2)
Una speranza più luminosa ha brillato sulla terra: alle creature mortali è stata pro- messa una vita in cielo. E perché si potesse credere a questo, è stata anticipata una cosa ancor più incredibile. Colui che avrebbe fatto partecipare della natura divina quelli che erano uomini, divenne uomo pur essendo Dio. Non tralasciando di rimanere ciò che era, volle diventare ciò che lui stesso aveva creato. Egli fece ciò che poi sarebbe stato, perché aggiunse l’umanità alla divinità, non distrusse la divinità nell’umanità.
Ammiriamo il parto della Vergine e cerchiamo di convincere gli increduli di questo nuovo modo di nascere (…) l’integrità verginale rimase inviolata nel concepimento e incorrotta nel parto. Meravigliosa è tale potenza, ma più meravigliosa è la misericordia di colui che potendo nascere così, così volle nascere. Era già l’unigenito del Padre e nacque unigenito alla madre; è stato fatto nel grembo della madre lui che si era fatta la madre; coeterno al Padre, nasce oggi dalla madre; fatto dalla madre dopo di lei mentre procede, non creato, dal Padre, prima di tutte le cose. Mai il Padre fu senza di lui né mai la madre sarebbe esistita senza di lui.
Gioite, vergini di Cristo: la madre di Cristo è vostra sorella. Non avete potuto essere madri di Cristo nella carne, ma non avete voluto essere madri per amore di Cristo. Colui che non è nato da voi è nato per voi. Tuttavia se ricordate le sue parole – e dovete ricordarle – anche voi siete madri sue, perché fate la volontà dei Padre suo. Egli stesso ha detto: Chiunque fa la volontà dei Padre mio è mio fratello e sorella e madre. Gioite, vedove di Cristo: avete votato la santa continenza a colui che rese feconda la verginità. Gioisci anche tu, castità coniugale, voi tutti che vivete fedelmente con i vostri coniugi. Conservate nel cuore ciò che avete perduto nel corpo. Anche se il vostro corpo non può rimanere libero dal contatto coniugale, la vostra coscienza rimanga vergine nella fede. In questo tutta la Chiesa è vergine. In Maria la verginità consacrata partorì Cristo; in Anna la vedovanza ormai vegliarda riconobbe Cristo bambino; in Elisabetta la castità coniugale e la fecondità in età senile si pose a servizio di Cristo. Tutti i diversi stati dei membri fedeli recarono al loro capo quanto per grazia di lui poterono recare. Pertanto poiché Cristo è verità, pace e giustizia, concepitelo con la fede e partoritelo con le opere, affinché ciò che ha fatto il grembo di Maria nei riguardi dei corpo di Cristo, lo faccia anche il vostro cuore nei riguardi della legge di Cristo. E poi in che modo non avreste niente a che fare con il parto di Maria se siete membra di Cristo? Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa ha partorito voi. Anche la Chiesa è madre e vergine: madre per le viscere di carità, vergine per l’integrità della fede e della pietà. Partorisce popoli, ma sono membra di uno solo, di cui essa è corpo e sposa. Anche in questo è paragonabile alla Vergine perché, pur partorendone molti, è madre di unità.
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