S. Bruno (m)

S. Bruno (m)

Quando:
6 Ottobre 2018 h. 3:15 – 4:30
2018-10-06T03:15:00+02:00
2018-10-06T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

San Bruno
Dalla Lettera a Rodolfo il Verde

 

Al venerabile signor Rodolfo, preposito di Reims, degno di essere onorato con il più sincero affetto, Bruno porge il suo saluto. Io dimoro nelle terre della Calabria, in un eremo da ogni lato abbastanza distante dalle abitazioni degli uomini, insieme con fratelli che conducono vita monastica, alcuni dei quali sono molto istruiti. Col perseverare nelle cose di Dio dai loro posti di sentinella, essi aspettano il ritorno del loro Signore, per aprirgli subito, appena busserà. Dell’amenità di tale luogo, del suo clima salubre e mite, della pianura ampia e piacevole che si estende in lungo tra i monti, con verdeggianti praterie e floridi pascoli, cosa potrò dire di adeguato? Chi saprà descrivere la veduta delle colline che dappertutto si innalzano dolcemente, il recesso delle valli ombrose, ove felicemente abbondano fiumi, ruscelli e sorgenti? Né vi mancano orti irrigati e alberi da frutto fertili e svariati. Perché indugiare a lungo su quanto sopra? Altre sono le gioie dell’uomo saggio, ben più gradevoli e utili, poiché divine. Eppure un animo piuttosto fragile, affaticato da una disciplina rigida e dall’impegno spirituale, molto sovente con questo si risolleva e respira. Se, infatti, l’arco è continuamente teso, si allenta e diviene meno atto al suo scopo. Quanta utilità e gioia divina rechino la solitudine e il silenzio dell’eremo a coloro che li amano, lo sanno solo quelli che ne hanno fatto l’esperienza. Qui, infatti, gli uomini coraggiosi possono rientrare in se stessi quanto vogliono, coltivare intensamente i germi delle virtù e gustare con gioia i frutti del paradiso. Qui si conquista quell’occhio il cui sereno sguardo ferisce d’amore lo Sposo e grazie alla cui purezza e luminosità si vede Dio. Qui ci si applica ad una tranquillità solerte e si riposa in un’azione quieta. Qui, in cambio del faticoso combattimento, Dio dona ai suoi atleti la desiderata ricompensa, cioè la pace che il mondo ignora e la gioia nello Spirito Santo.

Che cosa pensi di fare, carissimo? Che cosa se non credere ai consigli divini, credere alla verità, che non può ingannare? A tutti, infatti, essa dà questo consiglio: Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Non è una fatica pessima e inutile essere tormentato dalla concupiscenza, incessantemente afflitto da preoccupazioni e ansietà, da timore e dolore per le cose bramate? Quale peso è più grave di quello che precipita la mente dall’altezza sublime della sua dignità fino agli abissi più profondi, ciò che è contro ogni giustizia? Fuggi, dunque, fratello mio, tutte queste molestie e miserie e migra dalla tempesta di questo mondo alla quiete sicura del porto. La tua saggezza conosce che cosa ci dice la Sapienza stessa: Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mi discepolo. E chi non vede quanto sia bello, quanto sia utile e fonte di gioia rimanere alla sua scuola sotto la guida dello Spirito Santo e apprendere la divina filosofia che sola dà la beatitudine vera?

 

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