Dalle Omelie sul Vangelo di Giovanni di S. Agostino (7, 16-18)
“O Israele, popolo senza finzione, popolo che vivi di fede, prima che io ti chiamassi ti ho visto”.
O tu Israele senza finzione, o popolo, chiunque tu sia, che vivi di fede, prima che io ti chiamassi per mezzo dei miei apostoli, quando stavi ancora all’ombra della morte e ancora non mi vedevi, io ti ho veduto.
L’indomani, Gesù decise di partire per la Galilea. Incontra Filippo e gli dice: Seguimi. Filippo era della città di Andrea e di Pietro. Filippo (che il Signore aveva già chiamato) incontra Natanaele e gli dice: Colui di cui scrissero Mosè nella legge e i profeti, l’abbiamo trovato: Gesù figlio di Giuseppe. Era chiamato figlio di Giuseppe, perché Giuseppe aveva sposato sua madre. Tutti i cristiani, infatti, sanno bene dal Vangelo che Gesù fu concepito e nacque da una vergine. Così disse Filippo a Natanaele, e aggiunse il luogo donde Gesù proveniva: Nazareth. Gli disse Natanaele: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Come si deve intendere questo, o fratelli? C’è chi intende questa frase non come un’affermazione, ma come un’interrogazione, e cioè: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Interviene infatti Filippo, il quale dice: Vieni e vedi (Gv 1, 43-46). Questo intervento si accorda con ambedue i toni: sia con quello affermativo: Da Nazareth può venire qualcosa di buono, confermato da Filippo che dice: Vieni e vedi; sia con quello dubitativo e interrogativo: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Vieni e vedi. Comunque si pronunci, in un modo o nell’altro, non è in contrasto con le parole che seguono; e a noi importa piuttosto sapere che cosa dobbiamo intendere con queste parole.
Chi fosse questo Natanaele, lo apprendiamo da quel che segue. Sentite chi era; il Signore stesso gli rende testimonianza. Grande il Signore che la testimonianza di Giovanni ci fece conoscere; beato Natanaele che la testimonianza della Verità ci fece conoscere. Anche senza la testimonianza di Giovanni, il Signore poteva rendere testimonianza a se stesso, perché alla Verità basta la testimonianza di se stessa. Ma siccome gli uomini non potevano raggiungere la Verità, dovettero cercarla per mezzo della lucerna, e per questo fu inviato Giovanni, di cui il Signore si servì per manifestarsi. Ascoltate, dunque, il Signore che rende testimonianza a Natanaele: Gli disse Natanaele: Da Nazareth può venire qualcosa di buono. Gli dice Filippo: Vieni e vedi. Gesù vide venire a sé Natanaele e dice di lui: Ecco davvero un israelita, in cui non c’è finzione (Gv 1, 46-47). Quale testimonianza! Né di Andrea, né di Pietro, né di Filippo è stato detto ciò che è stato detto di Natanaele: Ecco davvero un israelita, in cui non c’è finzione. E con questo, o fratelli? Dobbiamo concludere che Natanaele doveva essere lui il primo degli Apostoli? Non solo Natanaele non risulta il primo nella lista degli Apostoli, ma nemmeno a metà, neppure l’ultimo. Eppure è a lui che il Figlio di Dio ha reso una così grande testimonianza dicendo: Ecco davvero un israelita, in cui non c’è finzione.
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