S. Ansgario (mf)

S. Ansgario (mf)

Quando:
3 Febbraio 2023 h. 3:15 – 4:15
2023-02-03T03:15:00+01:00
2023-02-03T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dalla Vita Anskarii di san Rimberto vescovo di Brema

 

Stile di vita di Anskario

 

Certo poiché sul suo compito di ambasciatore e sulla cura con cui desiderava salvare gli altri abbiamo già detto molte cose, ormai è tempo di raccontare come si comportasse nell’ascesi per la propria salvezza come per il timore di Dio mortificava continuamente il suo corpo.

Come risplendeva in monastero con ogni sobrietà e devozione non c’è bisogno che siamo noi a dire cose che vi sono ben conosciute. Tuttavia abbiamo sentito dire che quando era giovane e adolescente per gli adulti e gli anziani appariva come uno da ammirare e imitare

Quando poi assunse presso di noi il ministero dell’episcopato, cercò in tutti i modi di incrementare ciò che aveva iniziato in monastero, e si sforzò anche di imitare la vita di tutti i santi specialmente quella del beato Martino. Usava portare il cilicio sulla carne non solo di giorno ma anche di notte. Infine, come aveva letto nella vita del beato Martino cercava di giovare al popolo di Dio predicando la parola del Signore. Intanto però, dal momento che si esercitava nella filosofia di Cristo amava la solitudine. A questo scopo aveva una cella adatta costruita per sé, cella che chiamava luogo della quiete e amica del sacrificio.

Stabilita lì la sua dimora con poche cose, e ogniqualvolta poteva essere libero dalla predicazione e dai doveri del ministero e dalla inquietudine dei non credenti, abitava con sé stesso, ma in modo tale che mai anteponeva il proprio vantaggio e l’amore alla solitudine all’utilità del gregge a lui affidato

Inoltre fino a che poteva contare sulle forze della giovinezza molto spesso si nutriva di pane e acqua con molta misura. E soprattutto quando gli era consentito farlo in solitudine. In quel tempo come lui stesso affermava, non poco fu tentato dallo spirito della vanagloria

Il nemico del genere umano cercava di avvelenare con quella peste la sua anima, e gli faceva parere di esser grande ai suoi occhi perché si asteneva in questo modo. Rattristato da questo fatto e rivoltosi con tutte le forze nella preghiera alla misericordia del Signore, gli chiedeva per sua grazia di essere liberato da questa pericolosissima empietà.

E mentre per questo motivo era intento con molta devozione alla preghiera si vide quasi rapito fino al cielo e come se tutto il mondo fosse raccolto in una valle tenebrosa. Da questa per il ministero degli angeli le anime dei beati, anche se raramente, venivano rapite e condotte in cielo. In quella valle tenebrosa gli venne mostrato anche una specie di semina da cui prende origine il genere umano

Mentre ammirava tutte queste cose e le guardava con orrore gli fu comandato di far attenzione a quale fosse l’inizio da cui era venuto in questa vita e gli fu detto: “perché l’uomo non possa avere una qualche arroganza lui che è stato generato da un’origine così umile in questa valle di lacrime, e tutto quello che ha di buono l o deve riferire non a sé a ma colui dal quale viene ogni bene e ogni dono perfetto. “Ricordati – gli disse – se ancora ti avvenisse di essere tentato dalla peste della vanagloria, riporta alla mente queste cose: da dove sei stato generato e come sei stato liberato dalla grazia di Dio.” E così avvenne.

Ma quando diventò anziano non poté più astenersi dal cibo; come bevanda però aveva sempre l’acqua tranne che, per evitare la vanagloria più che non per avere il sapore di una qualche dolcezza, all’acqua che doveva bere mescolava qualcosa della bevanda comune. Poiché tuttavia nella sua anzianità non poteva seguire l’abituale parsimonia, si ingegnò di compensare questo con elemosine, preghiere, e molte altre opere buone. E così poté liberare molti prigionieri a cui donò anche la libertà. Per alcuni di loro che potevano essere adatti alla cosa, comandò che fossero istruiti nelle lettere sacre per il servizio di Dio.

 

 

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