Dalle meditazioni di S. Alfonso Maria De Liguori
Necessità morale dell’orazione mentale per le religiose.
La vita delle religiose ha da esser vita d’orazione. Una religiosa che non è amante dell’orazione, è difficile, diciamo meglio, è moralmente impossibile che sia buona religiosa. Se vedete una religiosa tepida, dite: Costei non fa orazione, e direte la verità. Il demonio in ciò si affatica colle religiose, in far loro perdere l’amore all’orazione; e se in ciò le vince, vincerà tutto. Diceva S. Filippo Neri: Una religiosa senza orazione è religiosa senza ragione. Aggiungo io: Non è più religiosa, ma un cadavere di religiosa. Senza orazione, per prima cosa non vi è luce. – Chi tiene chiusi gli occhi, dice S. Agostino, non può veder la via che conduce alla patria. Le verità eterne son tutte cose spirituali, che non si mirano cogli occhi del corpo, ma solo cogli occhi della mente, cioè col pensiero e colla considerazione. Or chi non fa orazione mentale, non le vede, e perciò neppur vede l’importanza dell’eterna salute, né i mezzi che deve prendere per ottenerla. Questa è già la causa della perdita di tante anime, il trascurar di considerare il gran negozio della nostra salute, e ciò che dobbiamo fare per salvarci: Hanno fatto del mio campo prediletto un deserto desolato, lo hanno ridotto a una landa deserta, in uno stato deplorevole; sta desolato dinanzi a me. È devastata tutta la terra e nessuno se ne dà pensiero (Ier. XII, 11). All’incontro dice il Signore che chi tiene avanti gli occhi le verità della fede, cioè la morte, il giudizio e l’eternità felice o infelice che ci aspetta, non cadrà mai in peccato: in tutte le tue opere ricòrdati della tua fine e non cadrai mai nel peccato. (Eccli. VII, 40). Accostatevi a Dio, dice Davide, e sarete illuminati (Ps. XXXIII, 6). In altro luogo ci avverte il nostro Salvatore: Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese (Luc. XII, 35). Queste lucerne, dice S. Bonaventura, sono appunto le sante meditazioni: Oratio est lucerna; poiché nell’orazione il Signore ci parla e c’illumina per accertare la via della salute: lampada per i miei passi è la Tua Parola (Ps. CXVIII, 105).
Dice di più S. Bonaventura che l’orazione mentale è come uno specchio che ci fa vedere tutte le macchie che abbiamo nell’anima.
Scrisse S. Teresa al vescovo d’Osma (Lettera 8): Sebbene ci pare che non si trovino in noi imperfezioni, quando però apre Iddio gli occhi dell’anima, come suol farlo nell’orazione, ben compariscono queste imperfezioni. Chi non fa orazione, neppure conosce i suoi difetti, e perciò non li abborrisce, come dice S. Bernardo: Se ipsum non exhorret, quia non sentit. Neppure conosce i pericoli della sua salute ne’ quali si trova, e perciò non pensa neppure a liberarsene. Ma chi si mette all’orazione, subito gli si fanno avanti i suoi difetti e i pericoli di perdersi, e vedendoli penserà a rimediarvi. (…) Quando l’anima, qual solitaria tortorella, si ritira e si raccoglie nell’orazione a parlare con Dio, allora appariscono i fiori, cioè i buoni desideri; ed allora vien anche il tempo della puta, cioè della riforma de’ difetti, che nell’orazione si fan conoscere.
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