Dall’ orazione pastorale di S. Aelredo
Guardami, dolce Signore, guardami…
Spero infatti nella tua pietà, o pieno di misericordia, perché tu come un medico benevolo mi guardi e mi risani, o come un maestro pieno di comprensione mi correggi, o come un padre indulgentissimo mi perdoni. Questo è dunque ciò che chiedo, o fonte della pietà, confidando nella tua onnipotente misericordia e nella tua misericordiosa onnipotenza, perché in virtù del tuo dolcissimo nome e del mistero della tua sacrosanta umanità, tu perdoni i miei peccati e guarisca le ferite della mia anima, memore della tua bontà, e immemore della mia ingratitudine. E contro i vizi e le passioni cattive che tuttora fanno guerra alla mia anima, sia per una mia cattiva e inveterata abitudine, sia per le mie infinite e quotidiane negligenze, sia per la debolezza della mia natura corrotta e viziata, sia per le tentazioni occulte degli spiriti malvagi, la tua dolce grazia mi dia virtù e forza, perché io non acconsenta e non permetta che i vizi regnino in questo mio corpo mortale, né offra loro le mie membra come armi di iniquità, fino a quando risanerai completamente le mie infermità, curerai le mie ferite, e ridarai forma alle mie deformità. Discenda il tuo Spirito buono e dolce nel mio cuore, e vi prepari un’abitazione per sé purificandolo da ogni sozzura della carne e dello spirito, e infondendovi un incremento di fede, speranza e carità, e sentimenti di compunzione, di tenerezza e di amabilità. Estingua con la rugiada della sua benedizione il fuoco della concupiscenza, mortifichi con la sua forza i moti della libidine e gli affetti carnali. Mi dia nelle fatiche, nelle veglie e nell’astinenza fervore e discrezione; e per amarti, lodarti, pregarti, meditarti, agire e pensare secondo te, mi dia slancio ed efficacia, e mi conceda di essere perseverante in tutto questo fino al termine della mia vita.
E dunque tu, misericordioso nostro Dio, esaudisci me per loro, dato che a pregare per loro mi spinge il dovere, mi invita l’affetto, e mi incoraggia la considerazione della tua benignità. Tu sai, dolce Signore, quanto li ami, quanto si riversi in loro la mia tenerezza, e quanto scorra su di loro il mio affetto. Tu sai, o mio Signore, che non li governo con durezza, o con uno spirito di dominio, ma che desidero nella carità più servirli che impormi a loro, e vorrei nell’umiltà sottomettermi a loro, e con l’affetto essere in loro come uno di loro.
Esaudiscimi, dunque, esaudiscimi, Signore io Dio, così che i tuoi occhi siano aperti su di loro, giorno e notte. Distendi, o tenerissimo Signore, le tue ali, e proteggili; stendi la tua destar santa, e benedicili; infondi nei loro cuori il tuo Spirito Santo, perché li conservi nell’unità, e nel vincolo della pace, nella castità del corpo, e nell’umiltà della mente.
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