Dalla Esposizione sul Vangelo di Luca (V, 102-104) di s. Ambrogio
Cristo è Parola e calamo e scriba: immergiamo la nostra vita nel suo sangue
Noi siamo canne, sostenute da nessuna radice di una natura piuttosto robusta; e se spira il venticello leggero di un successo alquanto fortunato, allora con mosse oscillanti ci mettiamo a sferzare gli altri, impotenti a dar sostegno, ben disposti a dar fastidio. Le canne preferiscono i corsi d’acqua, e anche noi godiamo delle caducità del mondo, che scorrono via fuggendo. Se tuttavia qualcuno strappa questa canna dalle piantagioni della terra e la libera dal superfluo, spogliandosi dell’uomo vecchio con le sue azioni, e la sgrossa con mano di scriba che velocemente scrive, essa comincia a non essere più una canna, ma un calamo, che incide i comandi delle Scritture divine nei segreti recessi dell’anima, e li imprime nelle tavole del cuore. Di questo calamo trovi scritto: La mia lingua è calamo di scriba che velocemente scrive: parole che altri vogliono applicare a Cristo. Perciò, in un solo passo si legge che Egli è Parola, e calamo, e scriba: Parola, perché è proceduto dal segreto della fecondità del Padre — il mio cuore ha proferito una Parola splendida —; calamo, perché la carne di Cristo ha scritto l’intero séguito della volontà del Padre e con l’effusione del sangue venerando ha dato compimento ai comandi della lingua divina; scriba, perché mediante la sua penna, quasi con la fenditura indivisibile del Nuovo e dell’Antico Testamento, oppure anche della divinità e della carne, ci ha rivelato i misteri dell’economia del Padre.
Imita questo calamo con la temperanza del tuo corpo, intingi questo tuo calamo, cioè la tua carne, non nell’inchiostro, ma nello spirito del Dio vivente, affinché ciò che vai scrivendo sia eterno. Con siffatto calamo Paolo scrive quella sua grandiosa lettera, della quale dice cosi: La nostra lettera siete voi, vergata non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente. Inzuppa la tua carne nel sangue di Cristo, come sta scritto: Affinché tu possa lavare il tuo piede nel sangue. Bagna anche tu, allora, i passi della tua anima e il cammino della tua mente nella confessione, scevra di dubbi, della croce del Signore. Tu bagni la tua carne nel sangue di Cristo, se lavi via i tuoi difetti, se detergi i peccati, se porti con te dappertutto la morte di Cristo nella tua carne, come ha insegnato l’Apostolo dicendo: Portando dappertutto la morte di Gesù Cristo nel nostro corpo. Non piegarti verso le cose della terra, per non spezzare la tua canna. Anche per questo motivo cosi fu profetizzato del Cristo, perché Egli non doveva curvarsi verso le cose terrene: Non spezzerà una canna scossa; Egli, infatti, con la forza della risurrezione consolidò la carne, che i peccati avevano violentemente agitato. Una canna magnifica è la carne di Cristo, che inchiodò al patibolo della croce il capo del serpente, del diavolo, e le lusinghe dell’avidità del mondo.
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