Preziosissimo Sangue di Gesù (mf)

Preziosissimo Sangue di Gesù (mf)

Quando:
1 Luglio 2024 h. 3:15 – 4:15
2024-07-01T03:15:00+02:00
2024-07-01T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da “Il sacramento dell’altare” (2, 8-9) di Baldovino di Ford

 

La nuova alleanza

 

Dagli esempi riportati, noi riceviamo ora il criterio di interpretazione di ciò che dice il Signore: “Questo calice è la nuova alleanza”. Nuova alleanza significa una nuova legge, includente un nuovo patto e una nuova promessa. Essa comanda di fatto una nuova obbedienza e promette una nuova ricchezza: l’obbedienza fino alla morte (Fil 2,8) e la vita eterna dopo la morte. Con la fede in questo calice e col riceverlo degnamente, noi siamo aiutati e fortificati nel compiere quest’obbedienza e nel conseguire quella promessa. Ma dell’una cosa e dell’altra la causa e la forza sono state poste dentro quel calice, ed è dunque vero ciò che dice il Signore: “Questo calice è la nuova alleanza”.

Il sangue di Cristo richiede da noi obbedienza fino alla morte: Egli ha sofferto per noi lasciandoci un esempio perché ne seguiamo le orme (1 Pt 2, 21), che significa perché noi pure moriamo e moriamo con lui. Colui che ci ha strappati dalla morte vuole che ci offriamo a Lui come Lui si è offerto a noi; ci chiede di morire come Lui è morto. Quanto è meraviglioso e stupendo questo! Proprio là donde ci viene la libertà dalla morte, noi troviamo motivo di sottomissione fino alla morte. Eccoci contrarre il debito della vita, proprio nel momento in cui viene reciso il nostro debito con la morte. Ed eccoci in debito della morte per una ragione di più; per la vecchia colpa e per la nuova grazia. Ma se la morte del peccatore nella sua malizia è in certo senso un pagare la dovuta pena, essa non compensa minimamente la sua ingratitudine; al contrario la morte preziosa dell’uomo fedele è come un rendere grazie per la morte di Cristo ed assomiglia, in qualche modo, a un contraccambio. Non c’è nessuno certamente che possa ricambiare ad eguale l’umiltà di Cristo; ma poiché egli è buono, si accontenta come rendimento di grazie di ricevere in offerta la più piccola somiglianza con la sua morte. “Se infatti siamo stati innestati in Lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche nella sua risurrezione” (Rm 6,59). Ma questa somiglianza a Lui nella morte non è che l’obbedienza fino alla morte, della quale ci parla il calice chiamato qui “nuova alleanza”. Perciò il profeta dice: “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza” (Sal 115, 12). E questo stesso calice ci parla anche del raggiungimento della nuova promessa, quale ricompensa riservata alla nuova obbedienza. Dice lo stesso profeta: “Il calice della mia ebbrezza, quanto è glorioso! E mia compagna sarà la tua misericordia”. Fino a quando? “Tutti i giorni della mia vita”. E con quale scopo o con quale futuro? “Abitare nella casa del Signore per lunghissimi anni” (Sal 22, 5 s).

 

 

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