Dai Discorsi di San Sofronio di Gerusalemme
Nello stesso modo con cui la Madre di Dio e Vergine intatta sostenne fra le sue braccia la Luce vera e la consegnò a quelli che giacevano fra le tenebre, ugualmente noi, illuminati dalla sua luce, e sostenendo fra le nostre mani la luce che illumina tutti, affrettiamoci ad andare incontro a Colui che è la vera Luce.
Infatti, veramente la luce è venuta nel mondo ( Gv 3, 19) e ha illuminato questo mondo avvolto nelle tenebre; ed è venuto a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre (cfr. Lc 1, 78-79). Questo è il nostro mistero. Per questo camminiamo sostenendo i ceri, per significare la Luce che ci ha illuminato e lo splendore futuro che speriamo di ricevere da Lui. Corriamo tutti insieme all’incontro con Dio.
È venuta la luce vera, quella che illumina ogni uomo ( Gv 1, 9); pertanto, fratelli, lasciamoci illuminare. Tutti noi dobbiamo essere partecipi del suo splendore; nessuno, coprendo il suo splendore, rimanga nella notte, ma tutti, splendenti e illuminati, andiamogli incontro per ricevere, insieme con il vecchio Simeone, la Luce chiara e sempiterna. Allora, partecipando alla gioia del vecchio, intoniamo tutti quanti un cantico di ringraziamento al Padre della luce, che ci ha inviato la Luce vera, ha eliminato le tenebre e ci ha resi tutti risplendenti.
Anche noi abbiamo visto, attraverso di Lui, la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli ( Lc 2, 30-31), da te manifestata a gloria del nuovo Israele, e siamo stati immediatamente liberati dall’antico peccato, così come Simeone, avendo visto Cristo, fu liberato dai legami della vita presente.
Anche noi abbiamo abbracciato con la fede Cristo che viene a noi da Betlemme; noi, che prima eravamo i gentili, siamo stati costituiti Popolo di Dio; abbiamo visto con i nostri occhi il Dio fatto carne e, accettata fra le braccia del nostro spirito la presenza visibile di Dio, siamo il nuovo Israele.
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