PADRI MONASTICI
Dal commento al Cantico dei Cantici di Guglielmo di St. Thierry
O Dio-Carità, Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio e loro Volontà sostanziale, abita in noi e metti in noi l’ordine, perché in noi si compia la tua volontà! La tua volontà diventi la volontà nostra; affinché, decisi a fare la volontà del Signore Dio nostro, troviamo la sua legge e il suo ordine nell’intimo del nostro cuore. Donaci gli «occhi illuminati del cuore», per fissare il nostro sguardo nella luce della tua Verità immutabile e su questa modellare e ordinare la nostra perpetua incostanza. Che la tua Sposa, l’anima nostra innamorata di te, veda nel tuo stesso amore che cosa debba fare di sé. O meglio, tu che abiti in lei, o Dio, tu che sei il tuo amore in lei, fa’ che essa abbia da te di che amarti, o Amore, e tu stesso amati in lei; sì che con lei e in lei tutto tu faccia e ordini secondo Te. Così dicevi un tempo a Mose tuo servo: «Guarda e fa’ secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte».
Dal primo sermone di S. Bernardo per la Pentecoste (1,4)
Vuoi che ti dimostri che questa è l’opera dello Spirito Santo? Quando Egli è assente non trovi una simile esperienza in te. Infine egli è Colui «nel quale gridiamo: Abba, Padre»; è Lui che intercede per i santi con gemiti inesprimibili. Questo è ciò che egli compie nel nostro cuore. E nel cuore del Padre? Come in noi intercede per noi, così nel Padre perdona i peccati, unito al Padre stesso, Avvocato nostro presso il Padre nei nostri cuori, e nostro Signore nel cuore del Padre. Così è Egli stesso che ci concede ciò che chiediamo e la grazia di chiederlo; e come innalza noi con una certa devota fiducia, così fa chinare Dio verso di noi, con una sua misericordia ancora più compassionevole. E perché tu sappia con certezza che lo Spirito opera la remissione dei peccati, ascolta ciò che un tempo ascoltarono gli Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi».
Dal secondo sermone per la Pentecoste del Beato Guerrico
Beato l’uomo che tu ammaestrerai, o Signore, e insegnerai la tua legge. La legge del Signore, senza macchia e che converte le anime, è la carità. Certamente una legge di fuoco, che è nella sua destra, che viene scritta con il dito di Dio sulla superficie del cuore, che fa ardere lo stesso cuore dell’incendio d’amore e la bocca di un parlare infuocato. Dall’alto, dice il profeta, ha mandato un fuoco nelle mie ossa e mi ha ammaestrato. Oh, con quanta facilità e velocità, con quanta abbondanza e ricchezza quel fuoco, che il Signore Gesù ha mandato sulla terra, non solo ha ammaestrato gli inesperti, ma ha anche sciolto i movimenti agli impediti! Certamente di fuoco le lingue, in cui si è diviso questo fuoco, che hanno fatto incendiare non solo le menti ma anche le lingue degli apostoli al punto tale che anche ora un uditore devoto s’incendia alle loro parole. Certamente di fuoco la lingua di Pietro, di fuoco la lingua di Paolo, nelle parole dei quali ancor ora vive il fuoco perpetuo, che brilla anche nei nostri cuori, se ci avviciniamo a quello, se porgiamo l’orecchio o l’animo ai loro discorsi.
Dai sermoni di Sant’Ælredo
E dal momento che lo Spirito Santo è detto amore, carità, bontà, soavità e tutto ciò che può esser detto così dolce, colui che ne è abituato a gustare con maggior frequenza la soavità, parlerà di lui con una dolcezza che gli sarà quasi familiare. Chi sono io, infatti, per descrivere l’eccellenza di questi giorni, per dire quale dolcezza ci doni, quale consolazione, quale speranza, quale sicurezza? Quale segno più grande del suo amore ci poté offrire il Signore nostro Gesù se non l’insinuare nelle nostre menti lo Spirito Santo che è amore ed unità del Padre e del Figlio? In questo modo anche noi possiamo in qualche modo diventare una cosa sola, in quell’unità, in quella carità nella quale essi sono essenzialmente una cosa sola, noi non per identità di sostanza, ma per adesione dello spirito, secondo la parola dell’apostolo che dice: “Chi aderisce al Signore forma un solo Spirito con Lui.”. Come avrebbe potuto offrire ai suoi figli il più grande affetto della compassione paterna se non rendendo più leggeri, con il compendio di un unico precetto, i pesi della legge, che per noi e per i nostri padri erano risultati importabili? E rendendo poi perfetto in noi questo stesso precetto con l’infusione del suo Spirito Santo? Poco prima per mezzo del Profeta era risuonata la sua promessa: “Ecco, – dice – io concluderò con la casa di Giacobbe una nuova alleanza, non come l’Alleanza che ho stipulato con i vostri Padri”. Qui vengono chiaramente indicate quelle due realtà memorabili, cioè l’Antico e il Nuovo Testamento. L’Antico Testamento ha ancora un suo ruolo, il Nuovo invece viene annunciato per mezzo di una profezia.
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